Mentre calano i posti di lavoro, in tempi di crisi aumentano gli occupati nel settore delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione. Lo rileva l’Istat nel report “Cittadini, imprese e Ict”, secondo cui nel 2015, sono 720mila le persone occupate in professioni Ict, il 7% in più rispetto al 2011, a fronte di una diminuzione dello 0,6% del totale degli occupati.
L’incidenza sull’occupazione complessiva è stimata pari al 3,2% in Italia, al 3,6% in Francia, al 3,7% in Germania. Tra il 2011 e il 2015,rileva l’Istituto, all’interno delle professioni Ict è inoltre cresciuta la rilevanza di quelle dirigenziali e tecniche ad elevata qualificazione: ingegneri elettronici e delle telecomunicazioni, analisti e amministratori di sistema, specialisti di rete e della sicurezza informatica. L’occupazione in questa componente, prosegue l’Istat, è infatti aumentata di oltre il 40% e il suo peso sul totale dell’occupazione in professioni Ict è salito dal 23% a oltre il 30%, ovvero da circa 150mila fino a quasi 220mila occupati.
La tendenza espansiva delle professioni Ict è proseguita nei primi nove mesi del 2016, con un aumento del 7,6% rispetto allo stesso periodo del 2015, superiore al miglioramento dell’1,4% per l’occupazione nel suo complesso. La quota di professionisti Ict, riferisce l’Istat, è molto diversa tra le industrie: raggiunge il 60% dell’occupazione nell’ambito dei servizi di informazione e comunicazione e quasi il 20% nella fabbricazione di prodotti elettronici e strumenti di misura (attività economiche che comprendono la maggior parte del settore Ict).
Nel complesso, rileva ancora l’Istat, più della metà degli occupati in professioni Ict risulta impiegata nei settori non-Ict, dove rappresentano una quota variabile tra pochi decimi e 2-3 punti percentuali dell’occupazione complessiva. In quest’ambito, tra il 2011 e il 2015 l’intensità occupazionale Ict è cresciuta in particolare nei settori del Credito e delle Assicurazioni, nella PA, nel Commercio, conclude l’Istituto di Statistica.