IL RAPPORTO

Istat: e-book frenati dal gap digitale

Secondo il rapporto sulla lettura 2011-2012 l’editoria digitale è ostacolata soprattutto da “scarsa alfabetizzazione informatica”. Ma per il 73% degli editori la diffusione dei testi elettronici sarà rilevante

Pubblicato il 16 Mag 2013

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La “scarsa alfabetizzazione informatica” e la “poca dimestichezza nell’uso delle tecnologie” sono tra i maggio ostacoli, secondo gli editori, della diffusione dell’e-book in Italia.

Lo rileva l’Istat nel rapporto sulla “Produzione e la lettura di libri in Italia” elaborato su dati 2011 e 2012 e diffuso oggi.

Secondo il report, scarsa alfabetizzazione informatica e poca dimestichezza nell’uso delle tecnologie vengono additate dal 30,3% come un problema per l’affermazione dei testi elettronici, seguito dall’immaterialità del libro digitale, che penalizza l’e-book rispetto al libro di carta (27,5%). Per molti intervistati (27,2%) pesa anche il costo dei dispositivi di lettura e per altri (18%) la “mancanza di un formato standard”.

Il rischio legato allo sviluppo della editoria digitale che viene avvertito con maggiore frequenza è poi quello di “svalutazione del ruolo d’intermediazione culturale dell’editore”, che preoccupa il 33,5% degli intervistati (quota che sale al 41,3% tra gli editori del Sud). Il secondo rischio in ordine di importanza e’ rappresentato dalla “difficolta’ di tutela e protezione della proprieta’ intellettuale dei contenuti digitali” (34,6% degli editori attivi e il 41% dei grandi editori). Viene temuto anche il “possibile condizionamento del mercato da parte di software e formati proprietari” (31% degli editori attivi). Infine, la concorrenza con il mercato del libro a stampa tradizionale preoccupa il 23,9% degli editori attivi.

Guardando al futuro però solo un editore su quattro (il 26,5%) pensa che nei prossimi tre anni l’impatto della diffusione dell’e-book sul mercato editoriale sarà poco o per nulla rilevante, quindi il 73,5% dà loro una grande importanza Gli scettici si concentrano fra i grandi editori (che per il 32,6% attribuiscono una scarsa rilevanza all’impatto dell’e-book) e fra gli editori del Sud (25,6%). Al contrario, pronosticano un grande ruolo futuro per il libro elettronico soprattutto gli editori di medie dimensioni (per il 63% di essi l’impatto sarà molto o abbastanza elevato) e quelli che hanno sede nel Centro d’Italia (57,5%).

Sempre secondo l’Istat oltre 1 milione e 900 mila persone hanno comprato online libri, giornali, riviste o e-book nel 2011e 2012. Complessivamente, sempre in questo arco di tempo, erano circa 14 milioni e 500mila persone a usare Internet per leggere giornali, news o riviste online. Dalla ricerca emerge poi che oltre il 15% delle opere pubblicate a stampa in Italia, cioè quasi 9.000 titoli, è stato reso accessibile al pubblico anche sotto forma di e-book. I grandi editori si assicurano la quota più alta di offerta elettronica, che copre l’87,8% della loro produzione a stampa.

Nonostante l’acquisto tramite Internet di prodotti editoriali sia un comportamento ancora poco diffuso e più frequente tra gli acquirenti online che sono anche lettori forti (17,5% contro il 4,3% dei lettori deboli), va notato come i non lettori e i lettori deboli costituiscano comunque un terzo (32,6%) dichi compra libri, giornali o riviste su web.

La quota di giovani di 16-24 anni che leggono o scaricano giornali, news, riviste passa dal 48,8% dei lettori deboli al 68,5% dei lettori forti.

In generale però dalla ricerca emerge che, dopo la ripresa del 2010, il 2011 segna una battuta d’arresto della produzione libraria italiana: i titoli pubblicati si riducono del 9,4% e le tirature del 5,9%.

Secondo gli editori i principali fattori di ostacolo alla lettura dei libri sono: la mancanza di efficaci politiche scolastiche di educazione alla lettura (46,3%), il sostegno inadeguato alla piccola editoria (31,5%) e i bassi livelli culturali della popolazione (37,2%), cui vanno aggiunti, per un editore su quattro, costi al pubblico troppo elevati.

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