IL RAPPORTO

Istat: web e banda larga, Italia fra le “cenerentole” d’Europa

Istat: online il 54,8% degli italiani contro una media del 70% dei cittadini europei. Si collega in broadband il 55% delle famiglie, sono il 73% nell’Unione

Pubblicato il 11 Feb 2014

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Italia in svantaggio rispetto ad altri Paesi europei su utilizzo di Internet e banda larga. Sono i dati relativi al 2012 diffusi dal rapporto Istat “Noi Italia.100 statistiche per capire il Paese in cui viviamo”, dai quali emerge che il 54,8% della popolazione italiana a partire dai 6 anni utilizza Internet e tra questi solo il 33,5% lo fa quotidianamente. La posizione nazionale è decisamente inferiore alla media dell’Ue a 27 pari al 70% di navigatori sul web.

Il nostro Paese è in svantaggio anche sulla banda larga: la quota di famiglie che ha una connessione super veloce è del 55% contro il 73% della media europea. La posizione nazionale nell’utilizzo di Internet nel contesto europeo, dice l’Istat, è simile a quella di Bulgaria, Grecia (50%) e Portogallo (56%) mentre Svezia, Paesi Bassi e Lussemburgo registrano valori uguali o superiori al 90%. Stessa situazione per la banda larga: dopo l’Italia troviamo solo Bulgaria, Grecia e Romania (intorno al 50%) mentre Svezia, Regno Unito, Danimarca, Finlandia, Paesi Bassi e Germania registrano un tasso di penetrazione che supera l’81%.

A livello territoriale il Mezzogiorno è più svantaggiato. Le regioni più indietro nella diffusione di Internet e banda larga, con un valore più contenuto rispetto alla media nazionale, sono Campania e Calabria; al Centro-Nord brillano la provincia autonoma di Bolzano e il Veneto, oltre dieci punti sopra la media nazionale.

Oltre al divario territoriale c’è quello generazionale. Per quanto riguarda l’uso di Internet, la quasi totalità dei giovani tra i 15 e i 24 anni (9 su 10) si connette al web e più della metà lo fa tutti i giorni. Tra le famiglie costituite da persone sole di 65 anni e oltre appena il 12,2% dispone di una connessione a banda larga, mentre tra le famiglie con almeno un minorenne la quota sale all’84,8%.

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