LE PREVISIONI

IT, ecco i trend hi-tech 2014

Ca Technologies e Compuware: focus sullo sviluppo di app e centralità della user experience. Ma aumenterà il deficit di competenze nel settore e spariranno vecchie discipline informatiche

Pubblicato il 16 Dic 2013

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Cominciano a delinearsi le principali tendenze high-tech per il 2014. In questi giorni Ca Technologies, azienda fornitrice di soluzioni per la gestione dell’IT, ha delineato 5 trend che, a suo dire, caratterizzeranno nel 2014 il mondo dell’IT. Invece Compuware, Technology Performance Company, si è impegnata a delineare le 5 tecnologie più innovative del 2014 in ambito Apm (Application Performance Management). Entrambi però sono d’accordo su un punto: il 2014 vedrà una maggiore integrazione tra business e user experience.

“Nel 2014 l’IT si adopererà per introdurre dei modelli che prevedano un coinvolgimento più intenso fra il business e i servizi erogati” ha dichiarato John Michelsen, Chief Technology Officer (Cto) di Ca Technologies. “I Cio si stanno abituando all’idea di cedere il controllo (pur nell’ambito di un modello di erogazione dei servizi a 360 gradi), incaricandosi invece di assemblare tutte le componenti e le tecnologie necessarie per realizzare una user experience sempre più integrata. Puntando su sistemi di ingaggio erogati in mobilità e facendo sempre più affidamento sulle soluzioni di Application Performance Management, l’IT si assume un ruolo crescente di consulente di fiducia e broker dei servizi in questo ‘mondo nuovo’ dell’IT dinamico”.

Secondo Michelsen, nel 2014 le organizzazioni IT dovranno confrontarsi con i seguenti fenomeni:

1. Deficit delle competenze – Sebbene il mondo aziendale sia stato rapido nell’adottare e investire nelle tecnologie social, mobile e cloud, la straordinaria diffusione di queste ultime ha creato enormi difficoltà all’interno delle imprese. Per poter realmente cogliere i vantaggi strategici promessi da questi potenti asset, si impone un cambiamento radicale nella cultura e nel bagaglio di competenze delle aziende.

I Big Data richiedono una nuova figura professionale, il Data Scientist, mentre i progressi registrati nelle tecnologie per la mobilità e il social networking e nelle tecnologie a sensori dipendono da una riqualificazione del disegno e dell’architettura delle applicazioni e delle interfacce utente: tutte competenze altamente specializzate che al momento scarseggiano e sono difficili da reperire all’interno della singola azienda.

Gli esperti ritengono che nel prossimo decennio la quasi totalità delle 30 professioni più richieste richiederà persone qualificate in ambito Stem (sigla che nel mondo anglosassone indica le discipline Science, Technology, Engineering e Math), però l’offerta di questo personale altamente qualificato non sta crescendo a un ritmo commisurato all’evoluzione della domanda. Uno studio del 2013 della Georgetown University prevede che prima della fine del 2018 nei soli Stati Uniti mancheranno all’appello ben tre milioni di laureati in discipline tecnico-scientifiche. Solo investendo in programmi mirati per le diverse fasce d’età e i diversi livelli di scolarizzazione e creando opportunità giovanili per l’approfondimento nelle specializzazioni Stem potrà nascere una nuova generazione di innovatori e leader.

In questa contesa avranno la meglio le aziende che assumeranno un atteggiamento proattivo per comprendere e meglio gestire questa carenza di personale qualificato, adottando nel breve termine un approccio aperto per lo sviluppo in modalità “community-based” e investendo nel lungo termine nell’istruzione tecnica.

2. L’IT sta sviluppando un “APPetito” che alimenta l’economia delle API – La grande diffusione del cloud computing, della mobility e di altri progressi della tecnologia ha portato a trasformazioni fondamentali nelle modalità di creazione e deployment delle applicazioni.

Perdendo il loro carattere monolitico e l’hosting su un’unica piattaforma, le applicazioni possono ora essere rapidamente assemblate con componenti in-house e/o sviluppati da provider che possono anche risiedere in luoghi separati: on-premise (su qualsiasi piattaforma hardware), in una cloud o su entrambi. In questo tipo di ambiente, i Cio che decideranno di innovare puntando sulla gestione di app e servizi accresceranno il potenziale di successo della loro azienda.

Oggi più che mai l’IT ha tutte le carte in regola per assumere il ruolo di assemblatore di applicazioni e broker di servizi per il business. Via via che SaaS, PaaS e IaaS offriranno un accesso ‘chiavi in mano’ alla capacità elaborativa, l’IT si concentrerà sempre più su applicazioni gestionali composite (anziché seguire il solito modello ‘compra-sviluppa-gestisci’) per raggiungere nuovi livelli di velocità, innovazione, performance ed efficienza dal punto di vista del rapporto costi/rischi. Per portare a termine questa transizione, i Cio dovranno valorizzare le architetture di tipo Soa attraverso un utilizzo più efficiente e un maggior controllo delle Api (Application Performance Interface).

3. La user experience diviene il focus principale per il design di qualsiasi cosa – Sia i clienti che i dipendenti stanno adottando tecnologie innovative più prontamente delle rispettive aziende di appartenenza; ormai queste ultime non hanno più controllo sui brand utilizzati internamente.

I servizi IT hanno ormai aderito completamente a un’ottica imperniata sugli utenti ‘consumer’. Questo cambiamento di paradigma ‒ che sta rivoluzionando le modalità di sviluppo delle applicazioni ‒ porterà a una maggiore diffusione dell’Experience-Driven Design e richiederà un approccio simile al DevOps, una metodologia di sviluppo software in cui sviluppatori e operatori IT lavorano assieme per velocizzare la distribuzione di nuovi servizi per il business.

Si assisterà a un maggiore utilizzo delle tecnologie a sensori disponibili nella maggior parte dei moderni dispositivi mobile e wearable. Lo sviluppo “Mobile First” cederà il passo ad approcci “Experience First” multicanale che si avvarranno di smartphone, tablet, smart TV, console di gaming, portatili e qualsiasi altra piattaforma che un utente consumer possa pensare di utilizzare quando desidera un prodotto o necessita di un servizio.

La gestione dell’IT sulle piattaforme mobile/social si occuperà meno di amministrare e proteggere i dispositivi, focalizzandosi invece sulla gestione e sicurezza delle applicazioni e dei dati di tipo mobile, senza tuttavia rinunciare a garantire una user experience accattivante e avvincente.

4. Esigenza di uno sviluppo immediato – Ci troviamo di fronte a una nuova generazione di consumatori autodidatti e abituati a condividere esperienze e informazioni tramite i social media. Gli utenti consumer e i dipendenti cominceranno a pretendere esperienze sempre più accattivanti e coinvolgenti via via che acquisiranno maggiore dimestichezza con le applicazioni e le tecnologie esperienziali multicanale come quelle basate su sensori. Ormai non esistono più barriere all’ingresso: la concorrenza è passata da zero a mille nel giro di pochissimo tempo.

In questo contesto, cloud computing, mobilità e DevOps si stanno fondendo in un unico movimento. Queste esperienze evolute imporranno lo stesso livello di agilità da ogni azienda, andando ad alimentare il metodo DevOps che necessita della ricostituzione dei framework tradizionali quali ITIL (Information Technology Infrastructure Library), da cui verranno estratti i concetti più validi per adeguarli a uno sviluppo agile e moderno.

5. La sicurezza è la priorità numero 1 sia per l’IT che per il business – La mobilità, i social media, DevOps e la diffusione del cloud hanno spalancato i cancelli dell’impresa e introdotto nuovi rischi nel luogo di lavoro. In questa impresa aperta in rapida espansione dove vige il paradigma collaborativo si ridurrà il controllo esercitato dall’IT, perciò il Cio e il Cso saranno costretti a trovare un fragile equilibrio fra adeguamento in un’ottica di modernizzazione e protezione del business aziendale.

Per garantire una buona produttività e la predisposizione dell’azienda alle nuove sfide si possono offrire agli utenti strumenti di sicurezza pratici, semplici ma automatizzati sul back end. Se questo requisito di fondo viene abbinato a una strategia di previsione, prevenzione e preparazione in vista di una possibile violazione della sicurezza, l’IT partirà con il piede giusto per bilanciare l’adeguamento e la modernizzazione con la protezione del business aziendale.

Il cloud è ormai una presenza scontata. Nel 2014 si affievolirà considerevolmente la novità del cloud nel momento in cui ci si renderà conto che non è altro che il nuovo standard operativo. Ormai il cloud funge da acceleratore nel facilitare l’adozione di altre tecnologie dirompenti quali social e mobility. Sebbene il cloud computing sia di fatto rientrato nei ranghi della normalità, molte aziende sono ancora ferme alle prime fasi di adozione, perciò dovranno fare i conti anche con la crescente crisi di personale competente che potrebbe portare a una maggiore diffusione delle cloud pubbliche e private in hosting esterno.

Per quanto riguarda la classifica stilata da Compuware Corporation sui nuovi trend tecnologici in ambito Apm, la società prevede che:

1. L’AppOps si affermerà come pratica diffusa

L’AppOps, sviluppo di applicazioni per il sistema, emergerà come trend fondamentale con l’obiettivo di accelerare l’innovazione delle applicazioni grazie ad un legame ancora più stretto tra l’IT e il business. In sostanza lo sviluppo sarà incentrato su una maggiore integrazione tra business e user experience in ambito business.

2. Le applicazioni mobile come fenomeno isolato sono destinate a scomparire

L’esperienza dell’utente, i suoi comportamenti e le analitiche cross-channel diverranno una chiave di differenziazione fondamentale per il business da qui alla fine del prossimo anno

3.Il fermento sui big data si placherà e nel 2014 saranno affrontati con maggiore concretezza

La ricerca di analitiche più veloci per una analisi in tempo reale spingerà i leader e pionieri in questo settore oltre alla semplice adozione di registri e strumenti gratuiti, verso approcci più comprovati e accompagnati dall’adozione di soluzioni di Apm specifiche per i big data e di nuova generazione.

4.Discipline di vecchia data come Itil e Itsm (linee guida applicate nel settore pubblico per valutare se determinati processi informatici siano corretti) saranno messe a dura prova nel 2014

5.Emergerà una nuova generazione di Apm come framework IT strategico per le applicazioni più recenti e complesse, utilizzate per accelerare l’innovazione, eliminare le congetture e garantire un’esperienza ottimale all’utente finale.

“Il 2014 ci riserverà cambiamenti significativi nella trasformazione dell’IT, non solo per soddisfare le esigenze legate al business guidato dal mondo delle app, alla crescita esponenziale nell’utilizzo dei dispositivi mobili e all’adozione delle strategie in ambito big data, ma anche dal punto di vista delle metodologie IT fondamentali per lo sviluppo e la crescita delle aziende” dichiara John Van Siclen, General Manager della business unit Apm di Compuware. “Una nuova generazione di Apm giocherà un ruolo di crescente importanza nel mondo IT del futuro e lo farà affermandosi come framework strategico di riferimento, in grado di sostituire pratiche che si sono rivelate un fallimento nel decennio passato”.

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