“L’informatica italiana, forte di 97mila imprese, di circa
390mila addetti e con un valore aggiunto che copre il 2,8% del
totale prodotto dall’industria e servizi a livello nazionale,
costituisce uno dei primi settori industriali del Paese e uno dei
primi settori IT a livello europeo”. Così Ennio Lucarelli,
Presidente Assinform, l’Associazione Nazionale dell’Information
Technology, ha presentato il Primo Rapporto Assinform sul settore
It in Italia.
“Dal nostro studio – ha spiegato – risulta come l’IT sia la
spina dorsale dell’innovazione tecnologica in Italia”. Per
Lucarelli “un grande potenziale di innovazione al servizio della
modernizzazione del Paese e della crescita di competitività e
sviluppo dell’industria italiana che risulta però “ancora poco
utilizzato e valutato, non gode di altrettanta attenzione, non può
contare su alcuna politica industriale specifica, né di misure
incentivanti”. Per questo il Presidente Assinform si aspetta che
“il Governo, nelle prossime misure per il rilancio
dell’economia, vari il Progetto Informatica, nell’ambito di
Industria 2015”.
Dalla prima fotografia del quadro complessivo della dinamica
strutturale e dell’offerta dell’Information Techology italiano
– sia nel contesto dell’economia nazionale che a livello europeo
– emergono luci e ombre, ma anche punti di forza. Nel confronto
europeo, infatti, l’IT italiano si colloca come secondo settore
per numero di imprese, dopo il Regno Unito, paese più sviluppato
nel settore informatico, e prima di Francia e Germania. Confermata
la seconda posizione anche in rapporto a numero di addetti al
settore sulla popolazione totale.
Venendo ai numeri, il settore IT è costituito per il 92,4% da
attività di software contro il 3,6& di hardware e solo il 4% di
assistenza tecnica, si legge nel Rapporto. All’interno delle
imprese di hardware vi è un nucleo di 40 medie imprese italiane
che con un fatturato di oltre 1.500 milioni di euro si colloca al
primo posto in Europa superando anche le imprese inglesi e
lasciando molto indietro anche altri paesi. Delle aziende di
software, invece in 640 medie e grandi imprese si concentra il 70%
degli addetti al settore che con un fatturato di 19 miliardi di
euro si posizionano al quarto posto dopo Uk, Germania e
Francia.
Lo studio condotto in collaborazione con Camera di Commercio di
Milano, Esec e NetConsulting indica Milano e Lombardia, Roma e
Lazio come i due grandi poli di sviluppo dell’IT. In queste due
regioni, infatti, si concentra il 38,5% delle imprese e il 42%
degli addetti al settore sul totale nazionale. Nello specifico la
Lombardia con 11,2 miliardi di euro di fatturato si colloca al
primo posto fra le regioni italiane coprendo il 27% del fatturato
It nazionale. Segue il Lazio che con 6,95 miliardi di euro si
attesta a quota 16,4% sul dato nazionale. Per numero di
insediamenti produttivi, invece, ad aggiudicarsi la prima posizione
è la capitale, con una media di 5,9 addetti per imprese, in linea
con la media europea a 15, mentre Milano scende a 5,1.
Per quanto riguarda le ombre che il Rapporto mette in luce, invece,
Lucarelli ha indicato tra i punti di criticità l’estrema
frammentazione che vede l’IT composto per il 94% da piccole
imprese, dimensione limitativa per lo sviluppo del settore
confermato anche dal basso margine operativo lordo che riduce gli
investimenti in innovazione ben al di sotto della media europea di
Germania, Uk. Altri punti critici: la scarsa internazionalizzazione
del settore e il deficit della bilancia commerciale che nel 2008
continua a registrare un saldo negativo di 5,1 miliardi di euro.