IT security, le Pmi spendono 41mila euro l’anno

Cresce la consapevolezza sui rischi di una cattiva gestione della sicurezza informatica e aumentano gli investimenti per tutelare il patrimonio informativo. Symantec: “La protezione dei dati sta diventando la maggiore priorità”

Pubblicato il 22 Giu 2010

Pmi sempre più security oriented. Rispetto a solo 15 mesi fa,
quando un’alta percetuale non era nemmeno dotata di basilari
sistemi di sicurezza, le piccole e medie imprese puntano oggi
rafforzare le proprie strategie di IT security. Il quadro emerge
dalla 2010 Smb Information Protection Survey, condotta da Symantec
su 2152 dirigenti e responsabili IT di Pmi appartenenti a 28 Paesi.
La ricerca rileva che “la protezione delle informazioni sta
diventando la maggiore priorità IT, considerato che queste imprese
si stanno scontrando con un crescente numero di minacce quali i
cyberattacchi, la perdita di dispositivi e di dati
sensibili”.

“Le piccole e medie imprese si trovano ad affrontare un numero
sempre crescente di rischi che riguardano le proprie informazioni
sensibili – tra cui i numeri del conto bancario, i dati delle
carte di credito e i documenti relativi a clienti e dipendenti –
spiega Bernad Laroche, senior director, Product Marketing di
Symantec -. Che si tratti di un attacco malevolo, di un crash del
server, o della perdita di informazioni riservate, la perdita di
dati può essere molto dannosa, se non fatale, per una Pmi. I dati
emersi dalla ricerca condotta da Symantec un anno fa, hanno
evidenziato che le aziende non stavano facendo tutto il possibile
per proteggere le proprie informazioni. E’ interessante vedere
come le Pmi si stiano rendendo conto dei rischi che possono correre
e si stiano attrezzando per proteggere le proprie informazioni in
maniera più completa”.

Nello specifico i rischi maggior sono identificati nella perdita
dei dati e i cyber attacchi. In questo contesto le Pmi investono
una media di 51mila dollari (circa 41mila euro) l’anno per la
protezione delle informazioni, inclusa la sicurezza dei computer,
il backup, il recovery, l’archiviazione e la preparazione in caso
di disastri. “L’87% delle Pmi è dotata di un piano di reazione
in caso di disastro – puntualizza il report – ma c’è ancora
del lavoro da fare considerando che solo il 23% considera il
proprio piano abbastanza buono o eccellente”.
• Il 74% delle Pmi intervistate è abbastanza/molto preoccupate
per la perdita delle informazioni elettroniche. Il timore è legato
a un passato che le ha viste perdere, nel 42% dei casi,
informazioni riservate o proprietarie. Il risultato è che il 100%
ha subito una perdita diretta quali guadagni mancati o costi
finanziari.

Altra paura è la perdita di dispositivi. All’incirca i due terzi
delle aziende intervistate ha dichiarato di aver perso dispositivi
come laptop, smartphone o iPad negli ultimi 12 mesi. Il 100% ha
almeno un apparecchio che, una volta smarrito, non era protetto da
password e i dati in esso contenuti non potevano essere cancellati
a distanza per proteggere le informazioni sensibili per il
business.

Infine i cyberattacchi. Il 73% degli intervistati è stato vittima
di cyber attacchi nello scorso anno. Il 30% di questi attacchi sono
stati considerati abbastanza/estremamente efficaci. “Il 100%
delle Pmi ha subito perdite quali i tempi morti, il furto di
informazioni personali di clienti o dipendenti e la perdita di dati
delle carte di credito – sottolinea la ricerca -. Queste perdite
si sono tradotte in costi diretti per tutti gli intervistati,
ovvero perdita di produttività, perdita di guadagni e di fiducia
da pare dei clienti”.

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