Accelerare nel breve periodo i processi di trasformazione digitale, per aiutare il Paese a sfruttare il potenziale di crescita anche nei settori che oggi sono meno coinvolti nella rivoluzione in corso. E’ l’obiettivo di Ita.Next, iniziativa promossa da TeamSystem in collaborazione con Intesa Sanpaolo, Microsoft, Nexi e Tim , supportate dai Knowledge partner McKinsey & Company e Politecnico di Milano.
Il progetto è stato presentato nei giorni scorsi a Roma durante il tavolo di lavoro sulle “Priorità digitali per il sistema delle imprese e delle professioni”, a cui hanno preso parte tra i relatori Federico Leproux, Ad di TeamSystem, Mattia Fantinati, sottosegretario al ministero per la Pubblica Amministrazione, Luca Carabetta, vice presidente commissione Attività produttive, commercio e turismo della Camera dei Deputati, Gianni Pietro Girotto, presidente della commissione Industria, commercio e turismo del Senato, Deborah Bergamini, vicepresidente della commissione Trasporti e telecomunicazioni della Camera, e Francesco Boccia, componente della commissione Bilancio, tesoro e programmazione della Camera. In collegamento da Torino, l’intervento di Paola Pisano, Assessore all’Innovazione del capoluogo piemontese.
Il panorama italiano della digital transformation presenta oggi 480 mila smart worker, 46 miliardi di “new” digital payment, 1,24 miliardi il valore dei servizi in cloud, il mobile advertising cresciuto del 49%, 6 milioni di carte d’identità digitali, la spesa per la sanità digitale che cresce di 1,3 miliardi con oltre 47 milioni investiti in cartella clinica elettronica. Un quadro che nell’insieme ha contribuito nel 2017 a una crescita in valore del +2,3%, per 1,5 miliardi di euro. Ma al di là di finanza, sanità e servizi, i margini di miglioramento sono ancora ampi, e proprio per stimolare questa crescita nasce Ita.Next.
Stando infatti agli studi di scenario presentati da Leorizio D’Aversa per McKinsey e Claudio Rorato per l’Osservatorio Professionisti e Innovazione Digitale del Politecnico di Milano, l’Italia – che rimane in ritardo rispetto ai principali paesi leader in Europa – potrebbe spingere per colmare il gap sulla digitalizzazione dei processi di gestione aziendale e finanziaria, sulla logistica e sul ciclo d’ordine digitale, sull’Internet of Things, l’intelligenza artificiale e i big data ma anche blockchain, turismo digitale e e-commerce in un mercato b2b e b2c.
“I grandi player del settore sono pronti a lavorare insieme al decisore politico per fornire strumenti concreti e utili agli imprenditori e ai professionisti – afferma Federico Leproux – e permettere loro di superare quelle barriere che oggi frenano la digitalizzazione sia nelle grandi aziende che nelle Pmi: la carenza di competenze digitali (barriere culturali) e l’interoperabilità delle procedure cliente-fornitore (barriere operative).”
“La fattura elettronica – aggiunge – rappresenta in questa sfida una grande opportunità, perché può essere trasformata da semplice adempimento a strumento a supporto dell’intero processo di trasformazione digitale”.
In tema di rapporto costi-benefici, soltanto per la fatturazione elettronica e il ciclo d’ordine digitale il risparmio per il paese oscilla tra i 72 e i 75 miliardi di euro, che in termini di percentuale sul PIL, significa un impatto tra lo 0,6% e il 3,7%.
“La vera rivoluzione della PA sarà quella del digitale – sottolinea il Sottosegretario Fantinati – così faremo un grande balzo in avanti a livello di sistema Paese: per una PA più smart, comoda, efficace e veramente trasparente per i cittadini. In ballo c’è molto di più del digitale: tutto questo significa più democrazia e partecipazione”.
“La digitalizzazione del comparto industriale è un tema tanto delicato quanto sfidante, ma di sicuro strategico per aumentare la competitività delle nostre imprese, coinvolte a vario titolo in tutto il comparto – afferma Gianni Pietro Girotto – È chiaro che nella dicotomia tra opportunità e pericolo, come in questo caso, chi non sta al passo perde competitività. La politica deve aiutare le imprese a non subire le trasformazioni e accompagnarle anticipandole. A questo proposito, è significativo il fatto che nelle Legge di Bilancio abbiamo confermato le misure c.d. ‘impresa 4.0’, ma con le premialità maggiori sui progetti più piccoli. Nella stessa Legge di Bilancio, poi, è previsto un fondo di 15 milioni di euro l’anno fino al 2021 per favorire la sperimentazione sulle tecnologie emergenti (Intelligenza artificiale, Blockchain e Internet delle cose), e un voucher fino a 40.000 euro a favore delle PMI per avvalersi di digital transformation manager e impostare quindi la trasformazione dei processi produttivi attraverso il digitale”.