L'8% di ragazzi italiani tra i 15 e i 17 anni che usa Internet
mette in rete proprie foto nudi o sexy. L’allarme arriva dalla
ricerca “Sessualita' e Internet: i comportamenti dei teenager
italiani” realizzata da Ipsos per Save the Children e Adiconsum e
presentata a Roma in occasione del Safer Internet Day 2010,
giornata europea per la sicurezza in Rete organizzata da InSafe,
rete europea di cooperazione per l'uso sicuro di Internet
costituita e cofinanziata dalla Commissione europea. Sempre oggi
parte la campagna “Posta con la Testa” che punta a diffondere
tra i giovani le regole per una corretta navigazione in Rete.
Secondo la ricerca di Save the Children e Adiconsum, ragazzi e
ragazze italiane fanno ampio uso di Internet per esprimere e vivere
la loro sessualità e rilasciano con relativa facilità i loro dati
personali. Tra i comportamenti che gli intervistati dichiarano
diffusi tra la propria cerchia di amici, è presente inviare
messaggi con riferimento al sesso (43%), inviare dati personali a
qualcuno conosciuto online (43%), guardare video o immagini a
sfondo sessuale su Internet (41%), ricevere messaggi con
riferimento al sesso (41%), dare il proprio numero di telefono a
qualcuno conosciuto in Rete (40%) e, non ultimo, tra i più
diffusi, avere rapporti intimi con qualcuno conosciuto solo via web
(22%).
Anche lo scambio di immagini o video personali a contenuto sessuale
sembra essere un fenomeno piuttosto diffuso (fra gli amici) secondo
il 22% degli intervistati : percentuale che scende al 17% per i
giovanissimi (12-14 anni), ma risale al 25% per i 15-17enni e al
26% per gli over 17. Interessante sottolineare come la percentuale
di diffusione sia pari al 14% per lo scambio di immagini proprie di
nudo al fine di ricevere regali come ricariche e ricompense in
denaro.
La facilità per i ragazzi di accedere ad Internet e di assimilarne
i messaggi “pone le istituzioni e la società, la famiglia in
particolare, di fronte a precise e ineludibili responsabilità – ha
detto il presidente della Camera Gianfranco Fini nel corso di un
convegno sul tema organizzato da Telefono Azzurro a Palazzo San
Macuto a Roma ''Non si tratta peraltro – avverte – di
controllare o di vietare l'uso di Internet, ma di promuoverne
sempre più efficacemente la funzione educativa, di conoscenza, di
ricerca e di approfondimento culturale, consentendo così ai
giovani di affrontare con maggiore padronanza le sfide di una
società in continua trasformazione”.
Chiede invece che il grooming, l’adescamento in Rete, diventi
reato il presidente della Commissione parlamentare per
l'infanzia e l'adolescenza, Alessandra Mussolini. Il testo
sul grooming, che fa parte di un più ampio provvedimento di
ratifica della Convenzione di Lanzarote per la protezione dei
minori contro lo sfruttamento e l'abuso sessuale, e già
approvato in aula alla Camera e ora al Senato, “è stato
migliorato in Commissione giustizia” ha detto la Mussolini.
“Farò richiesta alla Polizia Postale e delle Comunicazioni di
intervenire presso i gestori affinché rimuovano dalla Rete il
gioco Rapelay – ha detto invece il ministro della Gioventà,
Giorgia Meloni -. Chiederò di valutare e segnalare alla
magistratura ogni eventuale ipotesi di reato”.
Invita però a “non criminalizzare Internet” il vicepresidente
del Parlamento europeo Roberta Angelilli, “ma le istituzioni
europee devono impegnarsi maggiormente per proteggere i minori e
responsabilizzare le nuove generazioni ai potenziali rischi del
web”.