Con l’avvio della procedura di selezione del nuovo del nuovo direttore di Agid e con la pubblicazione del decreto sulle deleghe prende inizia a prendere forma la governance del digitale targata Paola Pisano. La ministra per l’Innovazione è delegata – si legge nel decreto – “ad esercitare le funzioni spettanti al Presidente del Consiglio dei ministri inerenti la trasformazione digitale delle pubbliche amministrazioni nonché funzioni di indirizzo, coordinamento e impulso al digitale di tutti gli uffici pubblici”.
La decisione del governo giallorosso di nominare un ministro ad hoc risponde alla necessità di dare un cappello politico a strategie considerate cruciali per lo sviluppo, anche in ottica sostenibile, del Paese.
Le sfide per Pisano sono dunque molteplici e quelle più complesse non riguardano tanto l’iniezione di tecnologia nel settore pubblico – pur se a macchia di leopardo sistemi e piattaforme sono di uso comune nelle PA – quanto la necessità di imprimere una svolta culturale al sistema pubblico dell’innovazione la cui trasformazione dovrebbe andare di pari passo con quelle del settore privato. Di qui l’articolo del decreto che dà alla ministra deleghe anche “per quanto concerne la trasformazione tecnologica, sociale e culturale del Paese, con riferimento a settori diversi da quelli della pubblica amministrazione”.
Per questo, stando a quanto risulta a CorCom, il Dipartimento guidato da Pisano e il Mise potrebbero presto avviare dei colloqui per stilare una sorta di programma comune per spingere congiuntamente su Impresa 4.0 e PA digitale. L’obiettivo è creare un ecosistema Italia 4.0 in cui pubblico e privato lavorino in sinergia. Un metodo di lavoro da replicare anche con altri ministeri.
Ancora aperta però c’è la delicata partita delle risorse economiche e di personale. Per dare sprint ai tre progetti chiave dell’agenda digitale – Spid, Anpr e PagoPA – servono soldi nel breve periodo. E molti. L’asse tra il Dipartimento, il Team digitale e la Corte dei Conti può essere un efficace strumento per “validare” la spesa in digitale e convincere il governo a prevedere i fondi necessari, quantomeno ad intervenire sulla piattaforme abilitanti.
Sul fronte personale, in audizione alla Camera, la ministra ha evidenziato di avere attualmente a disposizione solo 40 risorse – quelle del Team Digitale guodato da Luca Attias – che andranno a confluire nel neonato Dipartimento per la Trasformazione digitale. “Troppo poche”, ha detto Pisano anche tenuto conto che Diego Piacentini, nella relazione stilata alla fine del suo mandato da commissario straordinario, aveva stimato un fabbisogno di almeno 500 risorse. Un numero molto lontano da quello attualmente a disposizione. Dove reperire personale dunque? La ministra ha annunciato lo stanziamento di risorse ad hoc in manovra per l’assunzione di personale altamente qualificato.