La sicurezza nell’era digitale ha molti volti e molti nomi: a lungo l’abbiamo chiamata semplicemente cybersecurity, ma, come per tutte le cose importanti, dopo un po’ i dettagli aumentano ed i nomi si moltiplicano. Oggi la chiamiamo hardening quando proteggiamo le infrastrutture o le applicazioni; la chiamiamo resilienza quando rendiamo possibile che i sistemi digitali funzionino anche in caso di emergenze; la chiamiamo privacy quando manteniamo riservate le informazioni personali e sensibili di ciascuno; la chiamiamo fiducia quando vogliamo garantire tutto quanto sopra, perché chi può scegliere di usare il digitale lo possa fare con tranquillità e convinzione, certo di non esporsi a rischi.
Fiducia, quindi! “La fiducia – come recitava lo spot di un’epoca non digitale – è una cosa seria” ed avere fiducia nei servizi digitali che aziende e istituzioni possono mettere a disposizione dei cittadini e consumatori è condizione necessaria perché questi riescano seriamente a svilupparsi. Sappiamo che l’Italia ha, in passato, accumulato un ritardo: ce lo raccontano le statistiche sulla digitalizzazione che ci vedono 25esimi sui 28 stati dell’Europa secondo il Digital Economy and Society Index della Commissione Ue o che misurano la nostra partecipazione all’e-commerce al 2% rispetto ad una media Eu del 7% e ad un massimo del 13% in Uk secondo Eurostat. Ora la tendenza può cambiare segno e il 2 luglio Assinform proporrà la sua visione del percorso di crescita che sta dinanzi a tutti gli italiani. Tutti abbiamo, infatti, una responsabilità nel contribuire ad una ripresa, che non è solo di tecnologia, ma di produttività, di competitività, di ricchezza e, in ultima analisi, di futuro.
La responsabilità dei cittadini e utilizzatori delle tecnologie è di abbracciare con fiducia la cultura digitale comprendendo quali vantaggi questa possa portare; la responsabilità di istituzioni ed imprese è di preservare questa fiducia, realizzando soluzioni sicure, che garantiscano la protezione dei sistemi, la continuità dei servizi, l’inviolabilità delle transazioni e la riservatezza delle informazioni. La sicurezza è, insomma, una cosa seria e l’Italia ha bisogno di serietà, di impegno, di fiducia… e di digitale!