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Italia digitale, 5 Stelle-Pd a lavoro sulle nomine. Ecco la (prima) short list

Si stringe sul Capo del neonato Dipartimento per la Trasformazione digitale: in pole Paolo Donzelli. E sul ministro ad hoc si fanno i nomi di Attias, Coppola e Quintarelli. Al vaglio anche la strategia: si punta ad agganciare il Fondo Innovazione al programma Impresa 4.0. Web tax e diritti dei lavoratori delle piattaforme al centro della bozza programmatica

Pubblicato il 03 Set 2019

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Il tema della governance del digitale tiene banco nei colloqui tra Pd e 5 Stelle. Il presidente del Consiglio incaricato, Giuseppe Conte, ha chiaramente espresso alle parti l’intenzione di nominare un ministro per l’Innovazione e il Digitale e di riempire immediatamente la casella del neonato Dipartimento per la Trasformazione digitale. Stando quanto risulta a CorCom in pole per la guida c’è Paolo Donzelli, attualmente coordinatore Ufficio Formazione, ricerca, progettazione europea e internazionale della Scuola nazionale dell’Amministrazione. Donzelli è stato coordinatore dell’ufficio progetti strategici del Dipartimento per la Digitalizzazione della PA e innovazione tecnologica (Dit) per poi passare al Dipartimento per la Programmazione e il Coordinamento della politica economica (Dipe).

Ad affiancarlo una parte gli attuali componenti del Team per la Trasformazione Digitale: la task force è infatti in scadenza a fine ottobre e l’intenzione, soprattutto sul fronte 5 Stelle, è quella di mantenere e rafforzare il loro ruolo.

Gli specialisti del Team, che invece finora si sono occupati di pagamenti digitali, è previsto che vadano a confluire – risulta al nostro giornale – in PagoPA spa alla cui guida c’è Giuseppe Virgone, già responsabile del settore pagamenti digitali nella task force di Attias.

Altra casella da “riempire” è anche quella dell’eventuale ministro al Digitale e Innovazione. Pd e 5 Stelle sono concordi sulla necessità di nominare un responsabile politico e, dunque, iniziano a circolare i nomi. In quota grillina ci sarebbe Luca Attias, attuale Commissario al Digitale, che non sarebbe mal visto nemmeno dal Pd data la sua lunga esperienza nella PA e competenze nel settore Ict. Nel Pd si fanno i nomi di Paolo Coppola e Stefano Quintarelli ma non è da escludere quello di Francesco Boccia che il segretario Nicola Zingaretti ha voluto nella sua segreteria proprio come responsabile al Digitale. Circola anche il nome di Flavia Marzano, assessora alla Roma Semplice, che dato il suo profilo da tecnico più che da politico potrebbe mettere d’accordo le due parti.

Al vaglio anche l’ipotesi – la spinta arriva dal Pd – di creare un ministero che metta insieme svolta green e digitale e anche quella di dare al prossimo sottosegretario al Lavoro una delega specifica sull’impatto dell’automazione sull’occupazione. Per questo ruolo circola il nome di Tommaso Nannicini.

La bozza programmatica

Oltre alle nomine c’è anche la partita più strettamente strategica. E qui la convergenza Pd- Stelle è più forte. Il Partito Democratico guarda con interesse al Fondo Innovazione e avrebbe intenzione di collegarlo al Piano Industria 4.0 che potrebbe essere rilanciato già nella prossima legge di Stabilità con il rafforzamento degli incentivi, invece ridimensionati nella Finanziaria 2019. In pratica il miliardo stanziato per il Fondo dovrebbe essere utilizzato per sostenere la crescita di startup attive nel settore della digitalizzazione dei processi produttivi e organizzativi.

La bozza programmatica a cui stanno lavorando Pd e 5 Stelle, evidenzia che “occorre concentrarsi sull’equità fiscale, la portabilità dei dati, i diritti dei lavoratori digitali (cosiddetti riders), i modelli redistributivi che incidono sul commercio elettronico, sulla logistica, sulla finanza, sul turismo, sull’industria e sull’agricoltura”. Serve dunque – si legge al punto 22 – introdurre la web tax per le multinazionali del settore “che spostano i profitti e le informazioni in Paesi differenti da quelli in cui fanno business”.

Focus anche sulla cittadinanza digitale. “Per favorire l’accesso alla piena partecipazione democratica, all’informazione e la trasformazione tecnologica – recita il punto 20 – la cittadinanza digitale va riconosciuta a ogni cittadino italiano sin dalla nascita, riconoscendo – tra i diritti della persona – anche il diritto di accesso alla rete”.

Tra le misure cgiave per ridare slancio alla crescita economica, la digitalizzazione della PA. Al punto 21 si legge: “Il progetto di innovazione e digitalizzazione della P.A. costituisce una misura particolarmente efficace per contribuire allo sviluppo e alla crescita economica e culturale del Paese”.

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