IL REPORT EY

Italia in sofferenza digitale: ritardi su broadband e 5G ma anche su Iot e cloud

Secondo l’ultimo “Ey digital infrastructure index” criticità si rilevano su tutto il territorio nazionale ed è sul “versante” adriatico che si registrano i maggiori problemi. Genova prima smart city italiana, sul podio anche Milano e Roma

Pubblicato il 11 Gen 2021

Cartina Italia_livello infrastrutturazione digitale

L’Italia in sofferenza digitale. La fotografia è scattata l’ultimo Ey digital infrastructure index” che analizza il livello di efficienza e maturità delle infrastrutture digitali delle 107 province italiane, prendendo in considerazione sia la diffusione delle infrastrutture Tlc e broadband sia il grado di digitalizzazione delle altre infrastrutture presenti su un territorio. Secondo lo studio la “sofferenza digitale” è presente un po’ su tutto il territorio italiano e non fa distinzione tra Nord e Sud o tra regioni più o meno industriali.

Nella classifica stilata dalla società di consulenza nella top 20 si trovano Genova, Milano, Roma, Bologna, Torino, Firenze, Napoli, La Spezia, Ferrara, Parma, Prato, Cagliari, Reggio Emilia, Modena, Monza e Brianza, Trento e Brescia. Tra le ultime invece Nuoro, Isernia, Macerata, Pesaro Urbino, Carbonia Iglesias, Crotone, Rovigo, Vibo Valentia, Enna e Fermo.

Ma l’indagine Ey evidenzia soprattutto come ritardi nello sviluppo di infrastrutture digitali – come il cloud computing, il 5G o strutture di Internet of things e sensoristica – siano presenti ovunque sul territorio nazionale. Quasi ogni regione ha al proprio interno almeno un’area in forte ritardo, con l’eccezione di Emilia-Romagna, Umbria, Liguria e le piccole regioni alpine.

Emerge un diffuso ritardo della dorsale adriatica, che sconta una tradizionale minore priorità da parte degli operatori Tlc, ed un sistema di utilities locali meno sviluppato rispetto al resto del Paese: Marche, Abruzzo, Molise, fino alla Puglia del Nord, sono tutti territori con indice di infrastrutturazione digitale di molto inferiore alla sufficienza.

Il livello di infrastrutturazione digitale delle filiere produttive in Italia è assai disomogeneo: sette filiere superano il valore medio nazionale di infrastrutturazione digitale (Milano, Torino, Bologna, Roma).

Le filiere meno infrastrutturate sono l’Agrifood ed il Retail Food, che scontano una certa concentrazione nelle aree rurali, dove le infrastrutture digitali risultano meno diffuse. Tra le più infrastrutturate quelle che hanno retto maggiormente alla pandemia di Covid-19: Technology&Telco, Media&Entertainment, Farmaceutico e Dispositivi Medici.

“E’ ormai assodato che l’Italia per il rilancio economico debba accelerare sulla digitalizzazione, a partire dagli investimenti sulle infrastrutture digitali – spiega Andrea D’Acunto, Med Telco, Media & Technology Leader di Ey – L’accelerazione deve avvenire sulla base dei business needs delle imprese, con una definizione delle priorità che metta in relazione la localizzazione del sistema produttivo italiano con la diffusione delle infrastrutture digitali sul territorio. Parte del supporto economico agli investimenti digitali necessari ai territori, che si trovano oggi in una condizione di gap infrastrutturale, può venire dal Recovery Fund e dal Piano Nazionale per la Ripresa e la Resilienza, con le opportune differenze: nel caso delle Pmi per la modernizzazione dell’impresa, nel caso delle aziende più grandi per costruire o rafforzare l’ecosistema di filiera”.

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