Un mercato che ha ripreso vigore in termini di unità, ma che,
complice l’erosione dei prezzi, vede fatturati in stallo. E’
questa la fotografia del segmento pc in Italia secondo la società
di analisi Sirmi: le vendite di computer nel nostro Paese sono
cresciute del 12% nel primo trimestre rispetto all’anno scorso,
per un milione e 934mila esemplari tra desktop e portatili. Ma il
giro d’affari delle leader segna solo lo 0,1% in più dello
scorso anno, per un totale di 878,5 milioni di euro.
In questo quadro spiccano aree di crescita, accanto a segnali di
frenata. Come riporta Il Sole 24 Ore, è vero boom per i pc bonsai,
balzati anno su anno del 54% per 44mila pezzi finiti sul mercato
nel primo trimestre 2010. Questa categoria di computer è l’unica
che potrebbe subire un impatto, marginale, dall’arrivo
dell’iPad della Apple e dei tanti tablet in rampa di lancio, che
costituiranno un nuovo mercato a cavallo tra l’informatica e
l’elettronica di consumo digitale.
Quanto ai leader per quote di mercato, Hp è prima ma perde il 2,6%
ed è aggressivamente tallonata dalla Acer di Taiwan, cresciuta del
30% in un anno, ormai dietro Hp solo di 500mila unità e con un
market share che sfiora quello della rivale, il 26%. La frenata
dell'americana si deve in parte al fatto di aver creduto poco,
e tardivamente, alla rivoluzione dei netbook, i mini pc inventati
da un’altra azienda di Taiwan, Asus, oggi terza in classifica con
poco più del 10% di share e un balzo di oltre il 35%, mentre Acer
guida nettamente il segmento dei pc mini, che rappresenta ormai il
23% delle vendite complessive di computer in Italia.
Crescita portentosa per la quarta in classifica, Samsung (+43,5%),
che conquista il 6,5% del market share italiano. Dell sconta invece
la sua vocazione business in un Paese dove le vendite sono trainate
dall’utenza privata: esibisce una crescita modesta (4,7%) e una
fetta di mercato in declino al 5,8%.
Il settore è dominato di fatto dai grandi nomi del personal
computing, e agli altri restano le briciole. La stessa Apple si
conferma un produttore di nicchia, pur se ha venduto 54.640
esemplari, che le danno uno share del 2,8% in crescita del 25%. La
casa della Mela è al nono posto della classifica per volumi ma si
riscatta, in virtù dell’elevato prezzo medio dei suoi prodotti,
con 57,9 milioni di euro in quella per fatturato, dove mostra un
progresso del 23,9% ed è quinta.
Un discorso a parte, infine, va riservato a Olidata, la casa di
Cesena, da meno di un anno partecipata al 30% da Acer: è al decimo
posto, con volumi in calo del 29,4% e un market share del 2,4%
contro il 3,8% di un anno fa. Il fatturato si è drasticamente
ridotto (-35,7%), ma la società sta affrontando una
ristrutturazione impegnativa che la traghetterà dall’antico
mercato dei desktop a quello più moderno dei notebook e sta
scommettendo sulla creazione di una multinazionale virtuale
(ULeader Design) che mira a creare la massa critica per competere
con i colossi dell’industria dei pc.