IL PROGRAMMA

Italia Startup Visa: quasi 500 candidature da 50 Paesi extra-Ue

L’indagine del Mise fa il punto sul programma che semplifica la procedura per il visto d’ingresso per imprenditori non Ue. Gli startupper esteri attratti dalla qualità della vita e dall’ecosistema innovativo, ma usano quasi sempre capitali propri

Pubblicato il 11 Feb 2020

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Il programma Italia Startup Visa promosso dal Ministero dello sviluppo economico si sta rivelando un efficace strumento per attrarre nuovi investitori e innovazione in Italia: sono 481 le candidature finora pervenute da 49 paesi extra Ue. Italia Startup Visa fornisce una procedura digitale veloce e gratuita per ottenere il visto d’ingresso per lavoro autonomo in Italia, con l’obiettivo di avviare una startup innovativa nel nostro paese.

Il dato è stato comunicato oggi durante il convegno “Il programma Italia Startup Visa (ISV): tra esperienze e futuro”, organizzato dal Mise in collaborazione con Invitalia, nel corso del quale sono stati presentati i risultati di un’indagine svolta nel 2019 tra gli imprenditori non Ue che hanno beneficiato della procedura.

“Il Mise continuerà a promuovere questo strumento, che si conferma essere una leva strategica di successo per attrarre talenti e innovazione nel nostro paese”, ha dichiarato il sottosegretario Gian Paolo Manzella.

Fotografia delle startup non Ue: digitali e milanesi

Dall’indagine presentata oggi emerge che circa una startup su quattro ha scelto Milano come sede della propria attività. La maggior parte delle startup opera nel settore digitale e delle tecnologie emergenti.

Il principale fattore di attrattività del nostro paese è attribuibile alla qualità della vita: un’attitudine culturale aperta, ricchezza del patrimonio storico e artistico, una elevata sensibilità riguardo alle pari opportunità, nonché l’accesso a un sistema educativo e sanitario di elevata qualità sono citati come punti di forza del nostro paese da oltre la metà dei rispondenti (un campione di cittadini stranieri eleggibili per il visto startup).

Tra gli altri elementi favorevoli, spiccano: elevate potenzialità dell’ecosistema che caratterizza le startup italiane (servizi di incubazione, presenza di altre aziende innovative e un sistema della ricerca di alto livello), capitale umano altamente qualificato e creativo, e l’accesso al mercato unico europeo.

Di contro, alcuni lamentano che alcune difficoltà nel fare business in Italia sono attribuibili a procedure per l’avvio d’impresa troppo lunghe ed onerose (46%), ad una cultura imprenditoriale diversa (37%) e alla difficoltà di reperire figure professionali altamente specialistiche (24%).

Sul fronte finanziario, il 79% degli startupper stranieri dichiara di aver attinto dalle proprie disponibilità personali per l’avvio e lo sviluppo d’impresa. Le fonti di approvvigionamento esterne (finanziamenti bancari, business angel, venture capital) risultano al momento poco utilizzate.

Sostenuto appare invece il radicamento degli startupper esteri nei territori italiani di residenza, specie se si guarda alle collaborazioni stabilite con le imprese operanti in altri settori economici e nella stessa area territoriale. Più modeste invece le relazioni con le università, i centri di ricerca, i parchi scientifici e tecnologici.

Per il 57% del campione  è stato possibile in un mese al massimo passare dal rilascio del nulla osta all’ingresso in Italia. Diverso è il discorso per ciò che concerne la fase di rilascio del permesso di soggiorno: se il 34% non segnala alcun problema, il 27% degli intervistati evidenzia alcune criticità. Tra le principali criticità: quelle di natura linguistica nelle comunicazioni e di ridotta conoscenza del programma ISV rilevate in sede di richiesta del documento, fase che vede principalmente coinvolte le Questure.

Coinvolgere tutto l’ecosistema dell’innovazione

Italia Startup Visa è un esempio positivo di programma, monitorato e valutato anche da organismi internazionali, ha sottolineato ancora il sottosegretario Manzella: “La politica per le startup deve sempre di più consolidarsi in un quadro più ampio di politica industriale nazionale, dove il Fondo Nazionale Innovazione rappresenterà un importante supporto al mercato del venture capital in favore delle startup innovative. Un ruolo importante nel mondo delle startup lo rivestono anche le Regioni e la collaborazione con scuole, università e centri di ricerca”.

Dai risultati del rapporto presentato oggi emergono inoltre alcune indicazioni di policy per migliorare in futuro l’implementazione del programma, coinvolgendo anche gli attori dell’ecosistema dell’innovazione e facilitando l’accesso al venture capital e al credito bancario.

Portare talenti imprenditoriali in Italia

Italia Startup Visa (ISV), lanciato nel 2014 dal Mise, è un programma di “migrant entrepreneurship” per l’attrazione di imprenditori non Ue che intendono costituire una startup innovativa nel nostro paese. Il programma persegue un obiettivo principale: attrarre nel nostro paese talenti imprenditoriali da tutto il mondo, invitandoli a scegliere l’Italia come sede per la loro impresa innovativa.

A esprimere una valutazione tecnica sulla proposta imprenditoriale dei candidati è il Comitato ISV, composto da figure specializzate appartenenti alle cinque organizzazioni chiave dell’ecosistema nazionale dell’innovazione: PNICube in rappresentanza degli incubatori universitari, Iban per i business angel, Aifi per i fondi di venture capital, Apsti per i parchi scientifici e tecnologici e Netval per gli uffici di trasferimento tecnologico.

Inoltre, la segreteria del Comitato, istituita presso la DG per la Politica industriale, l’innovazione e le Pmi del Mise, supervisiona le diverse fasi della candidatura, assicura il coordinamento con le amministrazioni coinvolte (es. rappresentanze diplomatiche, Questure, Camere di Commercio) e offre ai beneficiari del programma un canale di supporto diretto per affrontare agevolmente il processo migratorio e le prime fasi dell’attività imprenditoriale.

I principali risultati sono resi noti al pubblico attraverso report trimestrali ISV, che presentano ed aggiornano, di edizione in edizione, le più recenti evidenze sul numero delle candidature e dei paesi di provenienza degli imprenditori, sui loro curriculum accademici e professionali, e altro ancora.

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