INCUBATORE DI COMPETENZE

Italia Unica, Corrado Passera punta su innovazione, ricerca e startup

L’ex ministro del governo Monti annuncia il suo “incubatore di competenze” per far ripartire il Paese”. Tra le proposte un’agenzia unica per i contribuiti alle università. Previsto un credito di imposta per chi investe in ricerca e massima attenzione alle neo-imprese innovative

Pubblicato il 24 Feb 2014

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Puntare sull’innovazione, tornare ad essere leader nella ricerca più avanzata e attrarre gli investitori nazionali e stranieri per convincerli ad investire nelle nostre startup innovative: sono alcuni dei punti del programma di Italia Unica, proposta politica “aperta” presentata da Corrado Passera, ex ministro dello Sviluppo economico nel governo Monti e per anni alla guida di Poste e Banca Intesa.

Presentando “solo un accenno ad alcune proposte del programma”, che verrà poi illustrato durante un viaggio che prevede decine di tappe in tutta Italia, ha citato anche l’innovazione.

Tra le cose da fare c’è dunque “concentrare i contributi pubblici alla ricerca solo su università e centri di ricerca eccellenti: farli amministrare da una Agenzia operante secondo i migliori standard internazionali”. In pratica un centro unico che gestisca i fondi per la ricerca. Passera prevede poi un “grande credito di imposta pluriennale/strutturale per spese e investimenti di Ricerca e Sviluppo – finanziato con Fondi Strutturali – e per l’assunzione di “cervelli”. Infine sollecita a “fare ‘ponti d’oro’ agli investitori sia nazionali sia internazionali sia in Ricerca che in Startup innovative”. Peraltro il tema delle startup gli è stato sempre particolarmente caro da quando era ministro.

In generale Passera ha annunciato l’intenzione di far ripartire il Paese e “farlo uscire dall’angolo”, aiutare le famiglie, sostenere le imprese e superare la crisi.

“Per rimettere in moto il Paese – dice – abbiamo bisogno di uno shock alla nostra economia, serve mobilitare almeno 400 miliardi, mettendo soldi veri in tasca alle famiglie e alle imprese, riavviando investimenti, senza mettere a rischio i conti pubblici ma adottando le migliori esperienze internazionali”.

Un “incubatore di competenze”, privo di finanziamenti pubblici e non schierato, né a destra, né a sinistra. Ecco, in pillole, ‘Italia Unica’, il nuovo movimento lanciato da Corrado Passera che cercherà di farsi spazio nel fronte ‘liquido’ dei moderati. Partendo dalle “cose vere” e lanciando in giro per la penisola le ricette dell’ex ministro del governo Monti per un Italia con meno tasse e più soldi in tasca alle famiglie. “Questo Paese è una casa bellissima, che però sta crollando” e necessita di “una ripassata fondamentale”, è l’esordio dell’ex ad di Poste Italiane e Banca Intesa dal palco dell’Aranciera di San Sisto a Roma. L’Italia, precisa Passera, è però anche un Paese dalle basi solide – famiglie, welfare, risorse – che ha tutte le carte in regola per ripartire.

Ma “non è più tempo di piccoli passi, l’urgenza è grave” occorre partire “da bisogni concreti, facendo toccare con mano alle famiglie “i soldi che possano permettere di arrivare a fine mese”, è il refrain di Passera. L’ex ministro allo Sviluppo Economico non si ferma ai meri slogan, dicendosi convinto che, economia e occupazione posssono essere rilanciati muovendo “400 miliardi”, con una riduzione di almeno “50 miliardi” al carico fiscale ed una lotta all’evasione che parta dal premiare chi non evade, restituendo l’Iva a chi paga con moneta elettronica”. Il rimborso dei debiti della Pa nei confronti delle imprese (l’ex ministro parla di 100 miliardi), il potenziamento della Cassa Depositi e Prestiti su modello tedesco e il corretto utilizzo dei fondi Ue sono solo alcuni degli spunti di Italia Unica che mira anche ad una radicale semplificazione burocratica.

Il progetto di Passera è però anche prettamente politico. L’ex ministro ribadisce la sua allergia all’Italicum – azzera il nuovo che avanza, sbagliate le liste bloccate – mentre in tema di riforme si dice convinto che “una Camera basta e avanza, essendoci Bruxelles e le amministrazioni locali”. Il bocconiano di Como, insomma, dopo dieci mesi di lavoro, snocciola un progetto vasto, in sette capitoli, che parte da una sorta di assioma: rimettere in sesto il Paese “si può, quindi si deve”.

Un messaggio che Passera porterà in giro per l’Italia già dal 26 febbraio, arrivando a giugno con una “squadra formalizzata e un’organizzazione sul territorio”: con una “start up politica” divenuta quindi struttura e pronta alla campagna elettorale. Il logo, intanto, già c’è: una stilizzazione tricolore delle regioni italiane che ciascun futuro militante può personalizzare sulla base dei propri dati identificativi. Passera, invece, non fa nomi, che alcune indiscrezioni individuano nei suoi uomini più vicini, da Marco Follini a Corrado Clini. Resta da vedere se e quanto Italia Unica riuscirà a far breccia sull’elettorato moderato. Magari catturando i primi scontenti di un governo Renzi al quale Passera guarda con distacco ma senza ostilità: “non abbiamo bisogno di un altro governo di transizione: servono coraggio, competenza e generosità”, è il suo monito.

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