Nessuna cessazione delle attività: Italiaonline resterà operativa nel nostro Paese. Lo rende noto la stessa società all’indomani dell’allarme lanciato dai sindacati a seguito della presentazione del piano di ristrutturazione. “Italiaonline non cesserà in alcun modo l’attività sul territorio nazionale, come erroneamente riportato nella nota sindacale odierna, bensì unificherà le sedi di Milano e Torino, facendole convergere su Milano”, si legge in una nota.
“Oltre a questo l’azienda prevede esuberi per 400 posizioni e un piano di sviluppo delle attività digitali che prevede il progressivo indispensabile inserimento di 100 posizioni professionali di alta specializzazione digitale non presenti in azienda da assumere su Milano – precisa la nota – In particolare, laureati in ingegneria, informatica, matematica e fisica. Un piano necessario per accelerare la trasformazione digitale di Italiaonline e consentire all’azienda di consolidare la sua leadership nel mercato”.
Il piano presentato ieri ai sindacati prevede appunto 400 esuberi. L’intervento più consistente riguarderà la sede torinese dove operano attualmente 489 dipendenti: di questi 241 saranno trasferiti a Milano dove c’è il quartier generale di Italiaonline mentre 248 sono stati dichiarati esuberi strutturali. Altri 152 esuberi sono previsti nelle altre 10 sedi dell’azienda ma non è stato specificato quali. Italiaonline ha uffici anche a Milano, Treviso, Roma, Napoli e Palermo dove – eccezion fatta per l’headquarters milanese – operano pochi dipendenti. C’è poi un centro di ricerche a Pisa che però non dovrebbe essere toccato dalla riorganizzazione.
Slc, Fistel e Uilcom hanno replicato che “è ancora vigente un accordo siglato presso il Mise, accordo che prevede già un massiccio ricorso alla Cig a rotazione ed a zero ore, vigente sino a giugno 2018”, si legge in una nota. Degli oltre 400 lavoratori torinesi 104 sono già in cassa integrazione a zero ore e 170 in Cigs a rotazione.
Oggi i lavoratori della società sono sciopero e secondo i sindacati l’adesione è stata massiccia. A Torino il presidio è davanti alla sede legale della società in corso Mortara. Il 15 marzo è convocato il cda dell’azienda per l’approvazione del piano di riorganizzazione, il 16 un incontro al Ministero per lo Sviluppo Economico.
“Sospettavamo che la situazione potesse diventare simile a quella dell’Embraco e così sembra essere – ha detto la sindaca di Torino Chiara Appendino al presidio dei lavoratori – Non avremo paura di farci sentire e di lottare. Torino non accetterà questa chiusura. Siamo con voi, lotteremo al vostro fianco. Chi riceve fondi e agevolazioni dallo Stato deve comportarsi in modo etico e non può lasciare a casa la gente in questo modo”.