LA VERTENZA

Italiaonline presenta il piano di rilancio: tagli dimezzati, “salva” la sede di Torino

L’azienda si impegna a creare una divisione dedicata ai servizi digitali per le Pmi dove confluiranno 200 dei 400 lavoratori dichiarati in esubero. Previsto ricorso alla Cig per 18 mesi. Calenda: “”Nessuno va fuori subito”. I sinsacati: “Non basta, il confronto deve proseguire”. Il 18 aprile altro round al Mise

Pubblicato il 12 Apr 2018

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La sede di Italiaonline a Torino resta attiva: verrà costituita una divisione dedicata ai servizi per le Pmi che assorbirà nell’arco di un anno e mezzo la metà dei 400 lavoratori dichiarati in esubero. È questo il succo del piano di rilancio che Italiaonline ha presentato al Mise al ministro Carlo Calenda e ai sindacati.

Nel dettaglio il nuovo piano prevede il dimezzamento degli esuberi inizialmente previsti dall’azienda ed il ricorso per 18 mesi alla cassa integrazione, una significativa riduzione dei trasferimenti a Milano nonché l’istituzione di una nuova Divisione per i servizi digitali alle Pmi nella quale si prevede, appunto, l’inserimento di circa 200 lavoratori che seguiranno uno speciale percorso di formazione. Prevede inoltre diverse misure di protezione e di incentivazione per il personale che non potrà essere reinserito.  A valle della presentazione del piano si è avviato un costruttivo confronto tra le parti che proseguirà presso il Mise il prossimo mercoledì 18 aprile. 

 “Nessuno va fuori subito. Nessuna bad company: 200 su 400 sono salvi. 200 Cig e incentivi all’esodo. Sede Torino rimane e trasferimenti ridotti di 2/3. Treno pagato per pendolari. Questo è quello che abbiamo portato a casa in 3 settimane di negoziati. A voi giudizio e scelta”, ha twittato Calenda dopo l’incontro rispondendo a chi sul social network criticava la proposta che ieri l’azienda ha presentato ai sindacati a seguito di una prima mediazione del ministro. La trattativa vera e propria sulla proposta di Italiaonline non è ancora cominciata, partirà il prossimo 18 aprile con un nuovo incontro al Mise.

Per Fistel Cisl-Slc Cgil-Uilcom Uil, l’ipotesi presentata da Calenda nella mediazione tra ministero e società “ha prodotto risultati parziali e non esaustivi per i tanti lavoratori interessati”.

 

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