Si arena la trattativa sugli esuberi di Italiaonline. Il primo tavolo tecnico ieri al Mise, alla presenza dell’azienda, dei sindacati e del ministro Carlo Calenda non ha portato risultati. Nelle scorse settimane, grazie alla mediazione di Calenda, Italianonline aveva presentato un piano in cui si impegnava a dimezzare i tagli (da 400 a 200) e a mantenere aperta la sede di Torino. Da parte sua il Mise si impegnava ad agevolare gli ammortizzatori sociali per 400 lavoratori, a patto che 200 di questi, al termine di 18 mesi di formazione, venissero poi reintegrati in azienda.
Ieri, però, l’azienda ha spiegato che la cifra di 200 impiegati da lasciare in città offerta come mediazione rispetto al piano originario, e che avrebbe dovuto rappresentare la salvezza della sede piemontese, non era da intendersi di 200 persone ma “fino a 200 persone”.
“Italiaonline, nel completare il proprio turnaround, ha infatti deciso di raccogliere la sfida del Mise, ovvero quella della riqualificazione digitale del personale attraverso un percorso di alta formazione per dipendenti individuati dalla società tra coloro già in possesso di imprescindibili caratteristiche professionali e curriculari necessarie alla adibizione presso la divisione “Digital Factory” per un numero di unità di massimo 200 persone – spiega uan comunicato diffuso oggi dall’azienda – L’effettivo impiego delle risorse in parola nell’ambito della Digital Factory è subordinato al superamento, da parte delle stesse, di un esame svolto da un ente terzo volto alla certificazione dell’effettivo possesso delle competenze necessarie (come indicato nelle slide circolarizzate dal Mise)”.
L’annuncio non è piaciuto al ministro Calenda e, ovviamente, nemmeno ai sindacati, che hanno presentato un piano salva-occupazione. Slc, Fistel e Uilcom hanno segnalato come sia possibile fruire della solidarietà difensiva a partire da Giugno 2018 e, a seguire, della cassa integrazione per riorganizzazione.
“L’utilizzo degli ammortizzatori sociali in essere dovrebbe essere accompagnato da un piano formativo che coinvolga tutti i dipendenti di Italiaonline – si legge nella nota congiunta – In concomitanza con l’utilizzo degli ammortizzatori sociali i sindacati ritengono necessario che, essendo in atto assunzioni in aziende del Gruppo, si dia diritto di prelazione ai dipendenti di Italiaonline coinvolti dagli ammortizzatori sociali per la allocazione nelle aziende che assumono”.
I mesi di fruizione degli ammortizzatori sociali consentirebbero “di avvicinare un numero congruo di dipendenti al traguardo pensionistico, chiedendo nel contempo una norma di raccordo che consenta di utilizzare l’art. 4 della legge Fornero in merito all’isopensione (il cosiddetto esodo dei lavoratori anziani, introdotto dalla riforma Fornero ndr)”. La fattibilità dell’isopensione non convince Calenda che oggi su Twitter ha spiegato che “L’isopensione necessita di una norma. Oggi non è praticabile“.
Infine Slc, Fistel e Uilcom hanno chiesto di sospendere le esternalizzazioni di attività che generano un numero notevole di esuberi. Nonostante lo stallo, i sindacati si dicono disponibili a un negoziato per accompagnare un piano riorganizzativo non traumatico per i lavoratori, compreso il trasferimento non coatto verso Assago.
“Confidiamo che si possa lavorare di concerto per evitare estromissioni forzate di lavoratrici e lavoratori da un’azienda che potrebbe costituire una eccellenza nel panorama delle aziende digitalizzate italiane”, conclude la nota.
Sono state proclamate per oggi due ore di sciopero nazionale.