Nuovi esuberi in vista per Italtel, con l’azienda che propone l’interruzione del ricorso agli ammortizzatori sociali con la fine del 2014. Sono i motivi principali della fumata nera con cui si è chiuso ieri in Assolombarda, a Milano, l’incontro tra i sindacalisti di Fim, Fiom, Uilm, il coordinamento nazionale dei delegati e la direzione aziendale di Italtel. Al termine della riunione i sindacati hanno chiesto all’azienda “di ripensare totalmente la propria strategia”. Ai prossimi incontri si verificherà se ci sono i margini per intavolare una trattativa.
“L’azienda – si legge in una nota della Fiom-Gcil – ha nuovamente annunciato un quadro non positivo. Pur avendo aumentato il fatturato rispetto al 2012, a oggi registra un margine inferiore alle previsioni di 7 milioni di euro. Per questo motivo l’azienda ha riproposto un piano che mira a ridurre il personale e a tagliare il costo del lavoro.»
“Nello specifico – afferma Roberta Turi, segretaria nazionale della Fiom-Cgil e responsabile del settore Ict – Italtel ha proposto alle organizzazioni sindacali un ulteriore aumento del numero di lavoratori in esubero, da 260 a 380, da gestire con la cassa integrazione e i contratti di solidarietà, e la riduzione di molti dei trattamenti economici vigenti, migliorativi del contratto nazionale, come la reperibilità, la trasferta, le ore viaggio e parti del salario fisso”.
E dalla fine del 2014 potrebbero prospettarsi all’orizzonte anche i licenziamenti: “A fronte di questa riduzione di personale e costi – continua Roberta Turi – l’azienda ha dichiarato di voler stipulare un accordo fino a dicembre 2014 e di non essere disponibile a discutere di altri ammortizzatori sociali per la conservazione del posto di lavoro per il 2015. Questo vuole dire che i lavoratori verrebbero licenziati”, e per questo la Fiom si sarebbe dichiarata indisponibile a discutere del piano, che considera “di soli tagli”, “senza avere alcuna garanzia su quello che potrebbe accadere ai lavoratori dopo il 2014”.
“Ancora una volta, a fine anno, l’azienda presenta il conto ai lavoratori – denuncia Roberta Turi – Italtel, strozzata da banche come l’Unicredit, continuando a tagliare personale si sta svuotando di competenze e di know how e non riesce a risalire la china. Sarebbe opportuno invece investire sulla ricerca e sviluppo e concentrarsi sui prodotti ‘proprietari’, gli unici che potrebbero portare un aumento del fatturato. La situazione di mercato in Italia non aiuta. Se l’Italia raggiungesse in tempi brevi gli obiettivi dell’Agenda digitale si creerebbero più opportunità di sviluppo per aziende di questo tipo”.
Proprio la richiesta di una “vera politica industriale” per tutto il settore dell’Ict, la Fiom ha proclamato lo sciopero generale delle lavoratrici e dei lavoratori dell’Information and communication technology e manifesterà a Roma, davanti a palazzo Chigi, il 12 dicembre.
Le difficoltà del settore sono evidenziate dalle vertenze ancora aperte, a partire da Alcatel Lucent, su cui il Governo è impegnato in una mediazione con l’azienda rispetto agli altri 586 esuberi annunciati in Italia, con il prossimo incontro con i sindacati previsto per il 17 gennaio. Nel frattempo per metà dicembre è previsto un incontro tra i vertici dell’azienda e il Governo, in cui si discuterà nello specifico delle prospettive del ramo optics, per il quale secondo indiscrezioni Alcatel avrebbe ricevuto più di un’offerta da aziende indiane e da almeno una italiana. Poi il caso di Jabil, per cui proprio nei giorni scorsi si è arrivati a scongiurare i licenziamenti nella sede di Marcianise in Campania, e la vertenza Nsn, in cui proprio nei giorni scorsi si è arrivati a un accordo che scongiura le lettere di licenziamento. Quanto ad Agile (ex Eutelia), i sindacati sono impegnati a verificare con il Governo i margini per non far decadere gli ammortizzatori sociali a causa delle nuove norme che entreranno in vigore dal 2014.