L’obiettivo del processo di vendita di una quota di controllo di Italtel, iniziato in questi giorni con il mandato conferito a Jp Morgan per la ricerca di acquirenti, è quello di arrivare ai primi risultati, e quindi alle offerte vincolanti, entro agosto. “Questo è un passaggio nel quale alcuni nostri azionisti, che ci hanno supportato tanto con il rifinanziamento del 2012 – afferma a CorCom Stefano Pileri, Ad dell’azienda – vogliono come previsto proprio da quegli accordi uscire dal capitale: così siamo impegnati, visto che l‘azienda va bene, come ci confermano gli stessi dati di maggio, e segna prestazioni in crescita rispetto all’anno scorso e superiori alle previsioni, cercare un investitore più stabile e di lungo periodo”.
Anche di questo tema i vertici dell’azienda parleranno con i sindacati in Assolombarda, nel corso della riunione di verifica sull’accordo di gennaio su cassa integrazione e formazione per i dipendenti, in programma alle 14.
“Avremmo preferito che si trattasse della ricerca di un partner industriale e non soltanto finanziario – afferma Roberta Turi, segretario nazionale Fiom Cgil – Ci preoccupa il fatto che i fondi che richiedono una redditività alta, e l’azienda esce da un periodo di difficoltà. Oggi cercheremo di capire meglio cosa sta succedendo, e soprattutto perché non si sia deciso di aspettare qualche mese per tentare di accedere al fondo pubblico-privato ‘turn around’, pensato dal Governo per le aziende in difficoltà. Il fondo dovrebbe vedere la luce a ottobre, e garantirebbe un orizzonte di lungo termine che potrebbe essere ideale per le esigenze di Italtel”.
La questione del partner industriale, in ogno caso, non è un tema di primo piano secondo Pileri: “Certo se si facesse avanti una realtà dell’informatica interessata non le chiuderemmo le porte in faccia – sottolinea Pileri – ma non dobbiamo sottovalutare una questione fondamentale: Italtel un partner indusriale di primo piano ce lo ha già: è Cisco, la realtà più grande che nel mondo opera nelle tlc. La partnership dura da 15 anni, abbiamo fatto insieme un percorso importante, e Cisco vuole rimanere nel capitale. Non servono partner industriali, e per questo abbiamo pensato di concentrarci sui fondi di private equity”.
Quanto al fondo Turnaround, Pileri non chiude la porta all’eventualità che Italtel possa accedervi in un secondo momento: “Siamo favorevoli a questa possibilità, e lo abbiamo detto in più occasioni, nonostante per noi i tempi non coincidano in modo preciso. Ma anche con l’ingresso di un fondo, nulla ci vieterebbe di accedere al turnaround in un secondo momento, in autunno”. Per l’immediato, in ogni caso, la priorità rimane quelle di mantenere gli impegni con le banche protagoniste del rifinanziamento del 2012: “Le banche non hanno istituzionalmente un ruolo come azionisti di aziende, ed è giusto così – sottolinea Pileri – quando manifestano l’esigenza di tornare a fare le banche, come sta succedendo in modo abbastanza diffuso in questo periodo e non solo nel caso di Italtel, il nostro compito è quello di impegnarci per fare sì che il passaggio dia buoni risultati per l’azienda”.