“L’implementazione del Piano industriale di Italtel prosegue positivamente. Le perdite sono andate costantemente diminuendo nell’ultimo triennio: nel 2012 sono state di 45 milioni, escluse le plusvalenze da contabilizzazione della locazione di stabili industriali, nel 2013 di 33 milioni e quest’anno è prevista una ulteriore riduzione con previsione di ritorno all’utile nel prossimo esercizio”. Così Italtel risponde all’appello lanciato dai sindacati all’azienda e al Governo.
“Il ministero dello Sviluppo economico – affermava in una nota Roberta Turi, segretaria nazionale Fiom-Cgil – ha convocato per il 29 luglio un incontro con Italtel, al quale ha invitato a partecipare, oltre all’amministratore delegato dell’azienda Stefano Pileri, Fim, Fiom e Uilm nazionali, le Regioni Lombardia, Lazio, Sicilia e i Comuni coinvolti”.
“Lo scorso marzo il Consiglio di amministrazione di Italtel ha approvato il bilancio 2013 comunicando una crescita di fatturato e una diminuzione dei debiti. Quello che emerge dalla lettura del bilancio pubblicato da poco è, invece, che le perdite sono quasi triplicate, il risultato netto passa dai 12 milioni di euro di perdite del bilancio 2012 ai 33 milioni del 2013, mentre per la prima volta l’Ebit è negativo per 1,5 milioni – prosegue Turi – Sulla base di questi dati gli obiettivi fissati dal piano di ristrutturazione del debito, presentato in tribunale, rischiano di non essere raggiunti, determinando una situazione estremamente preoccupante”.
“Infatti – continua Turi – a fronte dell’utilizzo della cassa integrazione, dei contratti di solidarietà e delle numerosissime uscite volontarie dei lavoratori, non si intravedono prospettive per un cambio di direzione dell’azienda, che non ha modificato il suo modello operativo ma che continua a chiedere una riduzione del personale in Italia quando forse potrebbe operare il taglio di rami secchi all’estero”.
“Sembra infatti dalla lettura del bilancio che le avventure all’estero non stiano portando benefici sostanziali in termini di marginalità e che l’aumento delle perdite derivi da scelte manageriali che non possiamo condividere – conclude la segretaria nazionale Fiom-Cgil – perché impattano la forza lavoro italiana. L’Italtel negli ultimi quattro anni ha già perso quasi il 50% del personale determinando un danno enorme per l’azienda. E i risultati lo dimostrano. Per questo chiediamo un deciso intervento del Governo al fine di dare una vera prospettiva industriale e occupazionale all’azienda che rappresenta il più importante centro di ricerca e sviluppo del mercato delle telecomunicazioni presente in Italia”.