Illustrare l’andamento del nuovo corso di Italtel e presentare le prossime fasi della pianificazione strategica. E’ questo l’obiettivo dell’incontro avvenuto al ministero dello Sviluppo economico tra il management della società acquisita nel 2021 da Psc, Tim e Clessidra, che da aprile ha avviato il proprio percorso di turnaround.
“Sotto la guida di un management rinnovato – si legge in uno statement di Italtel – sono state avviate una molteplicità di azioni volte a rilanciare la società in un contesto di mercato caratterizzato da elevata volatilità e uno scenario economico e geopolitico reso ancora più complesso dalle vicende degli ultimi mesi. Obiettivo di breve termine è quello di costruire il nuovo piano industriale destinato a condurre Italtel nel futuro, con una struttura organizzativa rinnovata e più adeguata ai mutati assetti”.
L’azienda durante l’incontro al Mise afferma di aver evidenziato “la necessità di finalizzare entro il mese di luglio il processo per il nuovo piano industriale, per poi presentarlo anche alle parti sociali. Al sindacato è stata quindi rappresentata la necessità di ricorrere, per i prossimi mesi, ad un ammortizzatore sociale, allo scopo di alleviare il ritardo accumulato nel ristabilire il corretto rapporto tra costo del lavoro e fatturato, nonché implementare una corretta e condivisa gestione degli esuberi strutturali, già presenti in azienda al momento dell’acquisizione”.
La roadmap messa a punto dalla società “consentirà al management di consolidare le azioni avviate e di pianificare le direttrici sulle quali innestare il futuro industriale di Italtel – prosegue la nota – Il Cda e l’intero management continuano a operare con impegno e senso di responsabilità mettendo in campo ogni azione nell’interesse primario dei dipendenti, dei clienti e di tutti i portatori di interesse della società”.
Dai sindacati emerge intanto disponibilità al dialogo, ma anche l’inenzione di approfondire il ragionamento sulle criticità: “Siamo disponibili a proseguire questa discussione e a trovare soluzioni costruttive e strumenti adeguati purché finalizzati a un rilancio tecnologico e industriale di Italtel – Affermano Barbara Tibaldi e Claudia Laura Ferri, rispettivamente segretaria nazionale e coordinatrice telecomunicazioni di Fiom – e questo è possibile soltanto condividendo e discutendo insieme tra le parti al tavolo e con i lavoratori le proposte e gli avanzamenti del piano industriale, capendo insieme quali e quante professionalità occorrono per realizzare gli obiettivi industriali di rilancio, all’interno del progetto più ampio per un polo strategico nazionale delle telecomunicazioni”.
“Nel tavolo Psc, che ricordiamo essere la società che ha acquisito nel 2021 la maggioranza di Italtel dopo il concordato preventivo di quest’ultima, ci ha informati della volontà imminente di portare i libri contabili in Tribunale per avviare a sua volta una procedura concorsuale, motivata da una situazione debitoria consistente. Nel tavolo con Italtel l’azienda ci ha riportato di aver subito un ritardo di 3 mesi rispetto alla programmazione prevista con una situazione economica già difficile e che continua a peggiorare”. Una situazione che “ha portato al tavolo la richiesta di ulteriori 8 mesi di ammortizzatori sociali finalizzati a definire il nuovo piano industriale, del quale, a oggi, sappiamo soltanto che prevede un ulteriore aumento degli esuberi a 200, dai 150 previsti dal piano concordatario che era stato presentato a parti sociali, Mise e banche e nonostante dall’inizio del concordato a oggi ci siano state già circa 200 uscite volontarie. Fermo restando che per noi sarebbe auspicabile non tenere separati i due tavoli – concludono le due rappresentanti di Fiom – quello con Psc e quello con Italtel, vista la strettissima correlazione tra le due società e soprattutto vista la situazione di crisi a cui si sta affacciando Psc, non riteniamo accettabile, per buon senso e per il rispetto dei lavoratori, che di sacrifici già ne hanno fatti e ne continuano a fare, che si prenda ulteriore tempo, senza discutere insieme preventivamente un piano industriale di rilancio, che dia delle prospettive concrete a questa azienda e che addirittura si annuncino ulteriori esuberi”.