L’Italia è al 38esimo posto nel mondo per penetrazione della banda larga fissa, mentre va meglio sul broadband mobile, dove si aggiudica il 28esimo posto: lo stabilisce l’edizione 2013 dello State of Broadband Report realizzato dalla Broadband Commission for Digital Development dell’Itu, organismo dell’Onu per le telecomunicazioni.
Dal testo emerge che, nel 2012, il tasso di penetrazione della banda larga fissa per ogni 100 abitanti in Italia è stato del 22,1%, molto indietro rispetto alla “prima della classe”, che la Svizzera, con il 41,9%, seguita da Paesi Bassi (39,4%), Danimarca (38,2%), Francia (37,8%) e Corea del Sud (37,6%). Seguono altri Paesi. L’Italia, in questa classifica che prende in esame 183 nazioni del mondo, è preceduta, tra gli altri, dalla Grecia, che figura al 33esimo posto con il 23,5% di penetrazione, dall’Ungheria al 34esimo con il 22,9% e dal Portogallo (36esimo, 22,3%).
Va meglio nel settore della banda larga su dispositivi mobili. Qui il nostro Paese si piazza al 28esimo posto su 170 Stati con il 51,8% di penetrazione. Numero uno, in questa lista, è Singapore (123,3%), seguito da Giappone (113,1%), Finlandia (106,5%) Corea del Sud (106%) e Svezia (101,3%). L’Italia comunque è quasi a pari merito con la Francia, che ci precede al 27esimo posto con una penetrazione del 52,2% ogni 100 abitanti.
In generale dal rapporto dell’Itu emerge che la banda larga mobile è la tecnologia che ha realizzato la crescita più veloce nella storia: le connessioni che permettono agli utenti di accedere al web via smartphone, tablet e laptops collegandosi con il Wi-Fi stanno crescendo al ritmo del 30% l’anno e alla fine del 2013 gli abbonamenti saranno 2.1 miliardi, un terzo di tutti gli abbonamenti alla telefonia cellulare mobile.
Alla fine del 2013, sottolinea ancora il rapporto, la penetrazione globale della banda larga raggiungerà il 38,8% ma più dei due terzi delle persone residenti nei Paesi in via di sviluppo resteranno ancora tagliati fuori dalla rete.
“Internet e in particolare la banda larga è diventato uno strumento essenziale per lo sviluppo socio-economico e deve essere considerato come una priorità, anche nei paesi più poveri del pianeta”, ha sottolineato il segretario generale Itu, Hamadoun Touré, ricordando che “mentre aumenta di giorno il giorno il numero delle persone connesse, oltre il 90% della popolazione dei 49 paesi meno sviluppati restano totalmente disconnessi”.