La Commissione europea ha messo a punto la propria proposta per la semplificazione dell’Iva, destinata soprattutto ad agevolare le microimprese e le startup. Nel pacchetto tra le altre misure è contenuta anche la possibilità per gli Stati di ridurre le aliquote Iva applicabili alle pubblicazioni elettroniche, come i libri in formato elettronico e i quotidiani online, che ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini, commenta come una “vittoria italiana”. “La Commissione europea riconosce finalmente la battaglia che abbiamo portato avanti insieme alla Francia per l’equiparazione dell’Iva sugli e-book a quella deli libri cartacei – afferma Franceschini – Una scelta di civiltà e buon senso perché un libro è un libro, a prescindere da quale sia il formato in cui si presenta o attraverso il quale viene venduto”. “In tutti i Consigli dei Ministri della Cultura – ricorda Franceschini – e nel documento finale del semestre italiano di presidenza europeo abbiamo sottolineato la necessità di arrivare a questa equiparazione. Oggi prendiamo atto con favore che la nostra posizione è stata accolta. In Italia – conclude – con la legge di stabilità dello scorso anno avevamo anticipato questa decisione riducendo l’Iva sugli e-book dal 22% al 4%. Un scelta che, come dimostrano i dati, ha avuto effetti molto positivi sulle vendite”.
Di “Una grande vittoria per l’Italia e per i lettori di tutta Europa” parla Federico Motta, presidente dell’Associazione italiana editori (Aie). “È una decisione che aspettiamo da tempo – sottolinea – Siamo stati i primi a chiedere che l’Iva per libri cartacei e digitali fosse equiparata. Abbiamo lanciato #unlibroèunlibro, campagna di grande successo, che è stata condivisa dal Ministro Franceschini che l’ha portata avanti con coraggio e convinzione come posizione italiana quando in Europa era minoritaria. Adesso tutti i lettori europei potranno avere gli stessi diritti”. Quella di oggi, conclude Motta, “è la conferma di una tendenza non più reversibile ed è bene che anche la Commissione Europea ne abbia preso atto. Auspichiamo ora un iter spedito perché la proposta diventi operativa”.
Tornando alla più generale semplificazione delle norme sull’Iva, secondo le stime di Bruxelles, le proposte avanzate dalla Commissione dovranno ora essere esaminate dall’Europarlamento e dal Consiglio Europeo.
Il pacchetto, nello specifico, prevede nuove norme per consentire alle imprese che vendono beni online di adempiere facilmente a tutti gli obblighi Iva nell’Ue in un unico luogo. Quanto alla semplificazione delle norme Iva per le start-up e le microimprese che vendono online, l’imposta sulle vendite transfrontaliere di valore inferiore a 10mila euro sarà gestita a livello nazionale, con le Pmi che potranno trarre vantaggio da procedure più semplici per le vendite transfrontaliere di un massimo di 100mila euro. La Commissione ha inoltre proposto iniziative contro le frodi dell’Iva provenienti dall’esterno dell’Unione, che possono provocare distorsioni del mercato e dar luogo a concorrenza sleale.
“Ora le imprese, grandi e piccole, che vendono online all’estero adempiranno ai loro obblighi Iva nello stesso modo in cui lo farebbero per vendite effettuate nei loro paesi – commenta Pierre Moscovici, commissario per gli Affari economici e finanziari – Perderanno così meno tempo, ci sarà meno burocrazia e i costi saranno inferiori”. “I governi europei potranno incassare 100 milioni di euro in più alla settimana – conclude Moscovici – da spendere per servizi a vantaggio dei cittadini”.
Gli obblighi Iva, riferisce la Commissione, sono citati dalle imprese come “uno dei principali ostacoli al commercio elettronico transfrontaliero” e rappresentano un costo di circa 8 mila euro per ogni paese in cui vogliono vendere. Con le nuove norme, invece, basterà presentare una dichiarazione trimestrale valida per tutto il territorio Ue attraverso uno sportello unico online. E’ un sistema che esiste già per la vendita di servizi elettronici, come le applicazioni per smartphone, e si è dimostrato efficace con oltre 3 miliardi incassati dai paesi nel 2015. In questo modo, spiega l’esecutivo di Bruxelles in una nota, “verranno ridotti del 95% gli oneri amministrativi a carico delle imprese, con un risparmio complessivo di 2,3 miliardi per le imprese e un aumento delle entrate Iva per gli Stati di 7 miliardi”.
“La scelta della Commissione europea va nella direzione di sostenere e incentivare lo sviluppo del settore nell’ambiente digitale – commenta il presidente della Fieg, Maurizio Costa – Nel medio lungo periodo, a beneficiarne saranno soprattutto i consumatori”. Secondo il numero uno della Federazione italiana editori giornali “sarà possibile rispondere alla domanda di messa a disposizione di contenuti digitali, con un’offerta più competitiva”.