LAVORO

Jabil, i sindacati: “Investire su 5G e green automotive per uscire dalla crisi”

Tornano a farsi sentire i lavoratori della multinazionale dell’elettronica che ha attivato una procedura di licenziamento collettivo per 350 dei 700 dipendenti. Fiom, Fim e Uilm: “Serve puntare sulle tecnologie legate alla new economy”. E chiedono subito un tavolo al Mise

Pubblicato il 19 Mar 2021

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Tornano a farsi sentire i dipendenti in servizio allo stabilimento di Marcianise (Caserta) di Jabil, multinazionale americana dell’elettronica che da quasi due anni ha attivato una procedura di licenziamento collettivo per 350 dei 700 dipendenti. Procedura che, a causa del divieto di licenziare disposto per legge causa emergenza Covid, non si è ancora conclusa. Lo stop ai licenziamenti, così come la cassa integrazione di cui hanno usufruito i lavoratori Jabil, scadrà il 27 marzo prossimo, anche se dovrebbero essere prorogati almeno fino a giugno. Lunedì comunque una parte dei lavoratori della multinazionale Usa sarà in presidio all’esterno della prefettura di Caserta per far riaccendere nuovamente l’attenzione su una vertenza che si trascina dal giugno 2019, e per chiedere una convocazione al Ministero dello Sviluppo Economico (Mise), in cui attivare un tavolo anche in relazione alle opportunità concesse dal Recovery Fund.

“Quali sono le intenzioni della Direzione Aziendale e della Corporate sulla reale missione di Marcianise?” si chiedono in una nota le rappresentanze sindacali in azienda: “le tante idee argomentate ai tavoli sull’utilizzo del Recovery Fund per intercettare nuove commesse, utili anche al futuro del nostro paese, sono state prese in considerazione?”

“Chiediamo all’azienda – dice Mauro Musella, dipendente Jabil e delegato sindacale della Uilm – di investire maggiormente sulla produzione di tecnologie legate alla new-economy come 5G e Green Automotive, valorizzando le pregiate potenzialità dei lavoratori del sito. Dunque potrebbero arrivare nuove commesse per Jabil. Al momento, dei 350 addetti dichiarati in esubero da Jabil, 220 hanno già lasciato l’azienda; di questi, 23 sono passati nella società sarda Orefice, che produce gruppi elettrogeni e ha aperto qualche mese fa uno stabilimento nell’area industriale di Pascarola (Napoli), mentre il resto, circa 200, è stato invece assunto dalla società di informatica Softlab, che ha una sede a Caserta e ha annunciato qualche settimana fa l’apertura di uno stabilimento industriale nel comune di Maddaloni, a non molti chilometri dal sito di Marcianise della Jabil”.

Un annuncio che ha per ora diradato le nubi paventate nei mesi scorsi dai sindacati, che più volte avevano chiesto a Softlab di fare chiarezza sulle prospettive future, anche perché la società inizialmente aveva previsto di realizzare lo stabilimento a Marcianise, per poi cambiare idea e ubicazione.

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