LA VERTENZA

Jabil rompe la trattativa, confermati i 190 licenziamenti

A un passo dall’accordo, la multinazionale Usa dell’elettronica si ritira dal tavolo al ministero del Lavoro. L’ira dei sindacati: “Atteggiamento vergognoso”

Pubblicato il 26 Mag 2020

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Fumata nera al tavolo tra azienda e sindacati sui 190 licenziamenti Jabil. Nella notte la multinazionale Usa dell’elettronica ha interrotto il tavolo con il governo, quando ormai si era a un passo dall’accordo, confermando così i tagli nelconfermato i 190 licenziamenti nel sito di Marcianise in provincia di Caserta. Dopo tre giorni di trattative il tavolo  è saltato, hanno riferito fonti del ministero del Lavoro. La decisione, spiegano le stesse fonti, è stata presa dell’azienda in modo unilaterale e inaspettato quando le parti erano ormai vicinissime all’intesa. Preso atto di quanto comunicato dai rappresentanti italiani della società, la ministra Catalfo e la sottosegretaria Todde hanno manifestato tuttavia la volontà di interloquire direttamente con i vertici di Jabil, per conoscere le ragioni di questo inspiegabile dietrofront e cercare di concludere positivamente gli sforzi finora compiuti, salvaguardando la continuità occupazionale di 190 lavoratori.

Al tavolo, Catalfo ha ribadito la radicale nullità dei licenziamenti dovuta non solo al mancato rispetto della procedura in materia di licenziamenti collettivi, ma anche per effetto delle misure straordinarie varate dal Governo per fronteggiare l’emergenza Coronavirus. Da oggi quindi partono i 190 licenziamenti nello stabilimento di Marcianise che conta un organico di 540 persone.

I sindacati parlano di un atteggiamento “vergognoso” e sconcertante da parte della multinazionale. Il segretario generale Fim Cisl Campania Raffaele Apetino commenta: “Al momento finale quasi alla firma dell’accordo dopo 72 ore di trattativa ad oltranza, la Jabil dice non voler più far l’accordo con per salvare 190 lavoratori. Il governo intervenga perche’ sono state offese le istituzioni Italiane e i lavoratori”. La Fim si aspetta una convocazione urgente dal Ministero del Lavoro “per riprendere il confronto e arrivare alla definizione di un testo che metta al riparo i lavoratori e le loro famiglie dal baratro della disoccupazione”. Il segretario della Fiom Cgil di Caserta, Francesco Percuoco sottolinea che “ieri è stato sconcertante assistere a un ennesimo atto di prepotenza e arroganza di un’altra multinazionale americana che nonostante l’impegno forte e in prima persona di un ministro del governo italiano si sente autorizzato a dire che loro non se ne fregano delle leggi Italiane”. “Visto che non è la prima volta che una multinazionale, vuole imporre le proprie scelte prevaricando la sovranità di uno stato è evidente che ormai il sistema non regge più. C’è una dittatura della finanza e dell’economia che schiaccia gli interessi dell’intero paese e dei propri cittadini”, conclude.

“La trattativa era stata complessa – spiega Antonello Accurso, segretario Uilm Campania – ma aveva riportato tutti al buonsenso, grazie allo sforzo e alla mediazione di Governo e Regione e alla determinazione e responsabilità del sindacato. I licenziamenti sarebbero stati ritirati per riprendere un percorso di ricollocazione con stretto monitoraggio delle istituzioni. La Jabil con questo atto scellerato mette in discussione la missione industriale e i lavoratori vengono lasciati senza nessun futuro. Chiediamo al Governo di tentare un ultimo sforzo per riportare tutti al buonsenso”.

La vertenza è iniziata undici mesi fa, quando furono annunciati 350 esuberi; a oggi i lavoratori che hanno trovato ricollocazione o uscite incentivate ammontano a 160; gli altri erano in cassa integrazione da giugno 2019 e il Cda della Jabil Corporation ha deciso, nonostante i nuovi decreti emanati del Governo Italiano che prevedono il blocco dei licenziamenti collettivi e ulteriori 9 settimane di Cig Covid-19, di non proseguire con la cassa integrazione e di licenziare.

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