Il patron di Alibaba , Jack Ma, reagisce ai dazi anti-Cina di Donald Trump e stralcia il piano informale di cooperazione con gli Stati Uniti che prometteva la creazione di un milione di posti di lavoro in cinque anni. Ma, fondatore del colosso cinese del commercio elettronico, si era incontrato con Trump a gennaio 2017 e aveva promesso una spinta all’economia e all’occupazione negli Usa, ma con l’escalation della guerra dei dazi il magnate cinese torna sui suoi passi e volta le spalle al presidente degli Stati Uniti.
La promessa di creare business e lavoro negli Usa “era stata fatta sulla base di una partnership amichevole e collaborativa tra Stati Uniti e Cina”, ha spiegato Jack Ma in un’intervista all’agenzia cinese Xinhua. La situazione attuale “distrugge tale premessa” e l’impegno preso col presidente Usa non può essere portato avanti perché le relazioni commerciali sono diventate “instabili”. L’incontro con Trump del 2017 si era focalizzato sull’apertura della piattaforma di e-commerce Alibaba alle piccole e medie imprese americane per stimolare l’occupazione negli Usa.
Nei giorni scorsi Trump ha detto che potrebbe imporre nuove tariffe (del 10%) sui beni importati dalla Cina, virtualmente colpendo la totalità dei prodotti venduti negli Usa. I nuovi dazi si aggiungerebbero alla già pesante penalizzazione (25%) imposta nei mesi di luglio e agosto su una lunga lista di prodotti, che rappresenta circa la metà delle importazioni cinesi verso gli Usa in termini di valore (500 miliardi di dollari). Molti sono prodotti appartenenti al settore hitech e alla strategia Made in China 2025. Pechino ha minacciato di abbandonare il dialogo con gli Stati Uniti se Trump andrà avanti con nuovi dazi e ha intanto fatto ricorso al Wto e annunciato un inasprimento delle tariffe cinesi su alcuni beni importati dagli Usa per un valore complessivo di 60 miliardi di dollari.
Fin dalle prime avvisaglie della trade war il patron di Alibaba ha messo in guardia sui rischi per le imprese di tutto il mondo. In questa fase di escalation, Ma ha sottolineato che le ripercussioni potrebbero essere di larga portata: in un evento a Huangzhou con gli investitori l’imprenditore ha detto che i leader politici e gli imprenditori cinesi devono prepararsi all’idea che la battaglia commerciale vada avanti per venti anni, perché il testa-a-testa tra Usa e Cina sulla supremazia commerciale potrebbe durare oltre la presidenza Trump. Ma ha comunque garantito che continuerà a impegnarsi per un “sano sviluppo di relazioni commerciali bilaterali” e ha affermato che il commercio non è un’arma e non andrebbe usato dalle nazioni per farsi la guerra.
Ma ha annunciato qualche giorno fa che lascerà ogni carica operativa in Alibaba e che passerà le consegne al Ceo Daniel Zhang nell’arco dei prossimi 12 mesi. Ma rimarrà nel Cda di Alibaba fino all’assemblea degli azionisti prevista per il 2020 e continuerà ad avere voce in capitolo nelle scelte del management come membro della Alibaba Partnership. Per il resto si dedicherà ad attività filantropiche, proseguendo nel suo impegno all’interno della Jack Ma foundation.
In Italia Alibaba ha stretto un’alleanza con l’Agenzia Ice e nei giorni scorsi ha debuttato HelloITA, hub virtuale nato per favorire l’export delle imprese italiane sostenendo la diffusione dei prodotti e della cultura del “Made in Italy” in Cina attraverso l’innovazione digitale e i canali e-commerce del colosso cinese.