Vimpelcom ha annunciato la nomina di Jean-Yves Charlier come nuovo chief executive officer. Charlier prende il posto di Jo Lunder alla guida del gruppo telecom russo che controlla anche l’italiana Wind. Lunder lascia l’azienda “per seguire altre opportunità”, ha reso noto Vimpelcom senza fornire dettagli. L’ex Ceo ha già rassegnato le dimissioni, con effetto dal 13 aprile, ma resterà in Vimpelcom fino al 13 luglio come consulente.
Charlier è un veterano del mondo telecom. L’ultima carica che ha ricoperto è stata quella di Ceo di Sfr; è rimasto alla guida dell’operatore mobile francese per 18 mesi per poi ritirarsi in seguito alla vendita di Sfr ad Altice e alla sua fusione con Numericable. Eric Denoyer è ora il chief executive della nuova entità Numericable–Sfr.
Charlier è stato in precendeza Ceo della società tecnologica Promethean (prodotti per la formazione interattiva) e della telco britannica Colt. Prima di entrare in Colt nel 2004, Charlier è stato top manager in una serie di aziende del settore telecom, tra cui BT Global Services e Equant, oggi parte di Orange.
“Vimpelcom beneficerà immensamente della solida esperienza di Charlier“, ha dichiarato il presidente di Vimpelcom Alexey Reznikovich. “Jean-Yves è la persona giusta per guidare la nostra azienda nella sua nuova fase di sviluppo e in questo periodo di grandi opportunità di mercato, mentre entriamo nel mondo digitale concentrandoci sul potenziamento delle nostre relazioni con i clienti e offrendo servizi entusiasmanti e innovativi su tutti i nostri mercati”.
Reznikovich ha anche ringraziato Lunder per i suoi anni di servizio in Vimpelcom, “durante i quali ha guidato l’azienda in un periodo di rapida crescita ed espansione”.
Lunder era diventato Ceo di Vimpelcom a metà 2011; sotto la sua guida il gruppo ha intrapreso una profonda ristrutturazione. Charlier dovrà proseguire sulla strada aperta da Lunder per cercare di recuperare redditività: le revenues dell’azienda nel 2014 si sono fermate a 19,63 miliardi di dollari, contro i 23,5 miliardi del 2011, e la perdita netta ammonta a 691 milioni, anche se la base di clienti mobili è cresciuta da 193 milioni a metà 2011 a 221,6 milioni a fine anno scorso.