STRATEGIE

Automotive, Amazon pronta a diventare investment company

Il ceo Jeff Bezos segue con attenzione gli sviluppi del driverless e delle tecnologie di automazione applicate all’e-commerce. L’azienda già detiene quote per 1,4 miliardi di dollari in società terze, la cifra più alta di sempre

Pubblicato il 22 Mag 2019

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Jeff Bezos, il ceo di Amazon, ha detto ai suoi dipendenti in un all-hands meeting di essere affascinato dai recenti sviluppi hitech dell’industria dell’auto: per questo la sua azienda ha investito a febbraio 700 milioni di dollari nella startup dei camion driverless Rivian. 

“Se si pensa a come è oggi l’industria dell’automobile, con la cosiddetta Uberizzazione, l’elettrificazione, la connected car e cose del genere, è davvero affascinante”, ha dichiarato il numero uno di Amazon. Lo staff meeting si è tenuto a marzo ma le dichiarazioni di Bezos sono state diffuse oggi dal sito Cnbc.com. “Sarà molto interessante seguire le evoluzioni e prenderne parte”, ha detto il ceo.

Queste dichiarazioni gettano nuova luce sulle strategie del colosso americano del commercio elettronico. Amazon si è aperta negli ultimi anni all’attività di finanziamento di startup che considera promettenti e quelle dell’auto connessa e autonoma rientrano nell’ambito di interesse: Amazon ha non solo infuso denaro in Rivian ma anche in Aurora (specializzata in auto autonome) partecipando a un round di finanziamento da 530 milioni di dollari. Nel primo trimestre 2019 il gigante americano detiene quote di società terze per 1,4 miliardi, il valore più alto di sempre per Amazon e circa cinque volte di più rispetto a quanto posseduto due anni fa.

Secondo Gene Munster, analista di Loup Ventures, Amazon vede un collegamento diretto tra le startup del driverless e il business del commercio elettronico, che richiede sistemi veloci e poco costosi per le consegne.“E’ una sorta di R&D affidato a terzi”, dice Munster. I costi di spedizione ammontavano a 7,3 miliardi di dollari per Amazon nello scorso trimestre, un incremento anno  su anno del 21%: è chiaro che l’azienda cerca tecnologie che aiutino a ridurre le spese.

Nei giorni scorsi Amazon ha anche dato il via ai test del suo postino-robot e, in generale, si dimostra interessata ai sistemi di automazione, come dimostra l’apertura dei suoi primi negozi senza cassieri, gli Amazon Go: quando i cashless stores furono introdotti per la prima volta, nel 2016, l’azienda di Bezos disse che aveva usato una tecnologia simile a quella delle auto autonome.

Fattore ancora più rilevante, secondo gli analisti, è l’inedita propensione agli investimenti di Amazon, finalizzata a rinvigorire le entrate. Nel primo trimestre il gruppo ha messo a segno utili record di 3,6 miliardi, ma registra ricavi al minimo: a 59,7 miliardi di dollari sono cresciuti “solo” del 16,9%, il tasso più debole dal 2015. Non stupisce che nello stesso trimestre il gruppo di Bezos abbia sborsato 1,2 miliardi cash per “acquisizioni e altre attività di investimento”, la cifra più alta in un trimestre esclusa l’operazione Whole Foods.

Tra le acquisizioni del primo trimestre ci sono Eero (circa 100 milioni di dollari) e CloudEndure (250 milioni), ma Rivian e Aurora assorbono il grosso della spesa, riporta Pitchbook. Nel trimestre in corso Amazon continua sulla stessa falsariga: ha guidato un round di finanziamento da 575 milioni di dollari in Deliveroo.

Piccole cifre per un colosso che nel 2018 ha fatturato 2018 232 miliardi di dollari, ma pur sempre un segnale che punta verso nuove strategie, secondo Daniel Aobdia della Northwestern University. “Amazon sta aumentando gli investimenti in start-up facendo leva sulla sua enorme disponibilità di cassa”, sottolinea l’esperto. “Si tratta di un cambiamento importante, in linea con l’interesse di Amazon a espandere il business in nuove direzioni”.

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