LA STIMA

John Cabot: “La app economy vale lo 0,6% del Pil Usa”

Secondo le stime dell’università americana nei primi 6 mesi del 2012 si sarebbe registrato un aumento del 2,3% invece dell’1,7% ufficialmente comunicato. Will Marshall: “L’economia data driven alimenta la crescita economica”

Pubblicato il 12 Ott 2012

apps-applicazioni-applicazione-111212141624

Una app tira l’altra. E tutte insieme tirano l’economia. Che sia il biglietto per il concerto degli Stones o la scommessa sul match di Champions, lo spot su Youtube, il tablet acquistato su eBay o l’ultima email inviata, l’economia digitale vale oggi lo 0,6% del Pil americano. Anche in Italia si stima per il 2012 una crescita dell’e-commerce intorno al 18% per un fatturato di circa 9 miliardi e mezzo di euro. Anche se indicatori e statistiche non tengono ancora conto del flusso digitale, gli esperti non hanno dubbi: nella prima metà del 2012 il Pil degli Stati Uniti avrebbe registrato una crescita del 2,3% invece dell’1,7% ufficialmente comunicato. E’ la prospettiva del Progressive Policy Institute che, insieme alla John Cabot University, il Guarini Institute for Public Affairs, l’European Privacy Association e il Centre for European Policy Studies, ha organizzato a Roma dal 10 al 12 ottobre un convegno dal titolo “L’ascesa dell’economia data-driven: implicazioni per la crescita e la politica'”.

“L’economia ‘data-driven’ sta alimentando la crescita economica – sottolinea Will Marshall, ideatore dell’evento e Presidente del Progressive Policy Institute, uno tra i più influenti think tank americani – La banda larga mobile, sempre più diffusa anche nelle aree sottosviluppate del pianeta, sta alimentando una profonda trasformazione tecnologica e sociale. La gestione dei dati, infatti, sta cambiando non solo il modo in cui le imprese e i governi prendono decisioni ma anche consolidando i flussi globali dell’economia. Tuttavia, ancora paradossalmente i decisori sottovalutano questo fenomeno”.

Un fenomeno che interessa anche l’Italia dove, per esempio, si stima per il 2012 una crescita dell’e-commerce intorno al 18% per un fatturato di circa 9 miliardi e mezzo di euro. Ma a crescere, nel nostro Paese, sono più in generale l’accesso a Internet, il mobile commerce, gli investimenti per l’archiviazione e la gestione dei dati e l’utilizzo dei social media.

Restano però questioni aperte. Temi come memorizzazione dei dati e sicurezza informatica, privacy e Internet governance si
scontrano con una pluralità di approcci talvolta dissonante. Come in materia di privacy, dove all’orientamento soft di stampo americano si contrappone quello piu’ regolamentato dell’Unione Europea.

“Americani ed europei dovrebbero lavorare per ridurre queste differenze – ammonisce Marshall – Infatti, proprio da una visione comune potrebbe giungere la definizione di metriche universali per la misurazione di un mercato che giocherà un ruolo sempre più decisivo nelle dinamiche economiche globali del prossimo futuro in bilico tra gestione responsabile dei dati e competitività industriale”.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articoli correlati