Nella cacofonia di rumors e anticipazioni stampa che si accavallano attorno al puzzle dei nuovi commissari europei spunta a sorpresa il nome della slovena Alenka Bratušek per la successione di Neelie Kroes alla guida del dicastero per l’Agenda Digitale. La notizia rimbalza in mattinata sul sito di affari europei Euractiv, che ha rivelato una lista provvisoria dei portafogli a quanto pare predisposta il 2 settembre da Jean-Claude Juncker. Vale a dire 24 ore prima che lo stesso presidente in pectore della Commissione inaugurasse l’atteso giro di audizioni private con i candidati per il nuovo collegio indicati dai paesi membri.
Bratušek, classe 1970, esponente del partito Slovenia Positiva, di orientamento liberal-democratico, è stata primo ministro del paese dal 20 marzo 2013 al 26 agosto 2014. Stando a quanto riporta Euractiv, Juncker avrebbe anche previsto di creare un inedito portafogli alla Cultura e a Internet, al cui timone s’installerebbe il cipriota Christos Stylianides. Se questo equivale ad uno spacchettamento delle competenze oggi esercitate dalla Kroes è però prematuro dirlo. Anche perché la carica della Bratusek sarebbe stata ribattezzata al Digitale e all’Innovazione (mantenendo la vicepresidenza), il che significa che verrebbe in teoria rafforzata. Sebbene la delega alla Innovazione potrebbe essere condivisa con il futuro commissario alla Ricerca.
Ma i giochi sembrano per la verità più che mai aperti. Juncker sta ancora svolgendo le consultazioni. E nel frattempo diverse caselle del futuro organigramma comunitario potrebbero essere cambiate. Ancora ieri circolavano i nomi più disparati per l’Agenda Digitale. Il quotidiano Bild, ad esempio, ne dava per scontata l’assegnazione al candidato tedesco (e attuale commissario all’Energia) Günther Oettinger, in tandem con la delega al Commercio. Per alcuni insider l’unificazione dei due portafogli apparirebbe abbastanza improbabile. Altri sostengono invece che sarebbe ormai cosa fatta.
L’indiscrezione che più aveva preso quota nei giorni scorsi vedeva invece l’Agenda Digitale ricompresa all’interno dell’influente portafoglio al Mercato Interno, la cui assegnazione al nome designato dal Regno Unito, l’ex presidente Tory della Camera dei Lord Jonathan Hill, appariva quasi cosa fatta. L’accorpamento, che non sarebbe dispiaciuto a una larga fetta dell’industria del settore, si diceva fosse stato immaginato per imprimere un ulteriore slancio alle iniziative per la costruzione di un effettivo “mercato comune” del digitale e delle tlc, nonché a quelle (ancora in embrione) per riformare la disciplina comunitaria sul diritto d’autore. Due cantieri, del resto, ai quali Juncker ha a più riprese dichiarato di voler dare massima priorità sin dai primi mesi del suo mandato.
L’altro paese in lizza resta l’Estonia. Tallinn era stata in verità la prima a farsi avanti per chiedere il dicastero, e per altro ancora 48 ore fa alcune testate davano per sicuro l’atterraggio del suo candidato, l’ex primo ministro Andus Ayrup, proprio sulla poltrona a breve lasciata vacante dalla Kroes.
Meno insistenti, ma tutt’altro che peregrine, le voci che vedono tra gli altri papabili il finlandese Jyrki Katainen e lo slovacco Maroš Šefčovič. Entrambi però sembrano destinati verso altri lidi, il primo ad un portafoglio economico, mentre il secondo verso quello alla Giustizia o allo Sviluppo. In particolare Katainen, anche lui primo ministro uscente, ha dimostrato negli anni scorsi una forte attenzione ai temi del digitale.
Juncker dovrebbe svelare la lista dei portafogli entro la fine di questa settimana. Una volta designati, i commissari dovranno ottenere il via libera del Consiglio e, successivamente, quello del Parlamento europeo. Che, come previsto dai Trattati, li sottoporrà prima ad una batteria di audizioni pubbliche per sondarne le “competenze”. Salvo ritardi, l’entrata in carica del nuovo esecutivo comunitario è prevista per l’1 novembre. La nuova Commissione Ue dovrebbe comprendere 6 vicepresidenti: oltre alla già citata Bratusek, la polacca Elżbieta Bieńkowska (Budget e Controllo finanziario), l’estone Andrus Ansip (Crescita, EMU e Semestre europeo), il lituano Valdis Dombrovkis (Energia) e poi ancora Frans Timmermans (Olanda; Regolamentazione) e la nostra Federica Mogherini.