LO STUDIO

Juniper Networks, Android bersaglio dei “mobile malware”

Juniper Networks: gli attacchi informatici sui device mobili sono cresciuti del 614% in un anno. Preso di mira soprattutto l’Os di Google, ma solo perché domina il mercato e ha un ecosistema di app “aperto”

Pubblicato il 26 Giu 2013

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Gli attacchi malware sui dispositivi mobili sono cresciuti del 614% tra marzo 2012 e marzo 2013, una percentuale elevata se raffrontata al 155% dell’anno precedente, e ad essere presi di mira sono sempre più i device con sistema operativo Android. Lo sostiene uno studio di Juniper Networks, spiegando che gli assalti all’Os di Google sono aumentati dal 24% del 2010 al 92% del 2013. In realtà un recente report di Symantec ha scoperto che iOs di Apple presenta vulnerabilità molto più numerose rispetto al competitor, ma Android rimane un bersaglio molto ambito dagli hacker in larga parte a causa del suo predominio sul mercato e del suo ecosistema di app “aperto”.

I ricercatori rilevano inoltre che i malware stanno diventando sempre più semplici da diffondere. Il Juniper Networks Mobile Threats Centre (Mtc) ha identificato oltre 500 app-store “alternativi” di terze parti sparsi per il mondo, dove sono stati rinvenuti “mobile malware”.

In molti mercati questi app store sono luoghi molto popolari per scaricare applicazioni. E sono utilizzati spesso anche da utenti che manipolano i loro telefonini e vanno in cerca di app “piratate” o senza autorizzazione ufficiale. Di questi “magazzini per applicazioni” alternativi, tre su 5 sono in Cina o Russia, mercati tristemente noti per il malware.

I pirati informatici non devono fare sforzi eccessivi per ottenere guadagni facili e veloci. Quasi il 73% dei malware sono “fake Installer” o sms Trojan, che sfruttano i “buchi” nei sistemi di mobile payment ancora in fase di formazione.

Con le applicazioni “legali” il vero problema è la privacy. Il Juniper Networks Mobile Threats Centre (Mtc) sta studiando le tipologie di permessi che vengono richieste agli utenti per l’installazione delle app stesse. Gli analisti hanno scoperto che, al momento della richiesta di app gratuite, è molto più probabile che vengano richieste un più ampio numero di informazioni.

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