OCCUPAZIONE

Just eat, a marzo via al nuovo contratto di lavoro per i rider del food delivery

Prime assunzioni con paga oraria e tutele, secondo il modello Scoober che inquadra le risorse come lavoratori dipendenti. Il country manager Contini: “Scelta etica e di responsabilità”

Pubblicato il 04 Feb 2021

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Just eat, parte di Just eat takeaway.com, leader nel mercato della consegna di cibo a domicilio, avvierà le prime assunzioni dei rider in Italia a partire da marzo 2021, in Lombardia, introducendo contratti di lavoro subordinato con il modello Scoober. Già attivo in alcuni dei paesi in cui opera il gruppo, Scoober prevede l’inquadramento dei rider come lavoratori dipendenti: una scelta che consentirà loro di avere tutti i vantaggi e le tutele tipiche dei lavoratori dipendenti, e condizioni di assunzione eque tra cui: un compenso orario, ferie, malattia, maternità/paternità, indennità per lavoro notturno, e festivi, coperture assicurative, dispositivi di sicurezza gratuiti in dotazione, formazione obbligatoria  e tutele previdenziali.

Cosa prevede il contratto

Il contratto di lavoro dipendente previsto dal modello Scoober è basato sulle linee guida internazionali di un accordo aziendale e sull’applicazione integrale della normativa e della legislazione italiana. Attualmente è in corso un confronto con le organizzazioni sindacali in merito all’individuazione di una disciplina collettiva che possa, con gli opportuni adattamenti e in aggiunta alle regole legali, regolare questa forma di lavoro. In attesa che questo confronto produca dei risultati soddisfacenti per tutti, Just eat avvierà il nuovo modello mediante un regolamento aziendale che prevede di utilizzare diversi regimi di orario: contratti di lavoro dipendente full time, (40 ore settimanali), part-time (variabile in base alla città e ai volumi di ordini previsti) e a chiamata.

Quanto alla retribuzione, in fase di prima applicazione, Just eat riconoscerà un trattamento non inferiore alle tabelle previste da contratti collettivi esistenti per profili ed attività analoghe, garantendo un compenso orario del valore medio di circa 9 euro.  Si tratta di un valore indicativo, che si ottiene applicando su una paga base di 7.50 euro l’ora, indipendentemente dalle consegne effettuate, il pacchetto di maggiorazioni previste dalla normativa in vigore. A tale somma si aggiungerà un ulteriore sistema di bonus legato al numero di consegne. Tale importo potrà essere aggiornato e rivisto – nella sua composizione e funzionamento – in funzione dell’esito del confronto sindacale in corso. Sono previste inoltre indennità per l’utilizzo del proprio mezzo per le consegne, auto, ciclomotore o bicicletta,  assicurazione di responsabilità civile verso terzi e assicurazione sulla vita; indennità integrative per lavoro notturno, festività e lavoro straordinario; ferie, malattia, maternità/paternitàdotazioni di sicurezza gratuite fornite da Just eat, come casco, indumenti ad alta visibilità e indumenti antipioggia e zaino per il trasporto del cibo, oltre agli strumenti per la pulizia dell’attrezzatura come spray e igienizzanti e mascherine; formazione relativa all’azienda, all’utilizzo dell’app Scooberformazione specifica sui temi della salute e della sicurezza per il trasporto degli alimenti e sicurezza stradale.

In programma l’apertura di hub logistici

In alcune delle 23 città in cui il servizio sarà attivo nel 2020, è prevista inoltre l’apertura di hub nel cuore della città, dove i rider potranno ritirare e utilizzare mezzi totalmente sostenibili di Just eat, come scooter elettrici e e-bike. Si tratta di veri e propri centri logistici e di incontro per i rider che saranno inaugurati nei prossimi mesi in diverse città tra cui Milano, Roma, Torino, Bologna e Napoli. Ma non solo. Con l’obiettivo di sostenere lo sviluppo del modello, è stata costituita una nuova realtà, parte di Just eat takeaway.com che coordinerà tutte le attività inerenti Scoober, e si occuperà della gestione operativa e delle assunzioni dei rider con uno staff di oltre 100 nuove figure necessarie al coordinamento del nuovo modello operativo e a supporto costante dei rider in tutta Italia.

“Scelta etica e di responsabilità”

“L’introduzione di un modello di lavoro dipendente per i rider – spiega Daniele Contini, Country manager di Just eat in Italia – rappresenta per noi una scelta etica e di responsabilità, in linea con la strategia che il Gruppo porta avanti con successo già in altri paesi europei. Si tratta di un grande investimento, economico e sulle persone, che ci permetterà di operare con rider tutelati dal punto di vista contrattuale e anche di supportare ulteriormente lo sviluppo del servizio in Italia, offrendo un’esperienza di food delivery sempre più completa ed efficiente per i consumatori e i nostri ristoranti.”

“Siamo felici di avviare anche in Italia lo sviluppo del modello Scoober – spiega Davide Bertarini, responsabile del progetto Scoober in Italia -. Dal punto di vista organizzativo è fondamentale per noi utilizzare una struttura coerente con le necessità del business di Just eat, che rispetti le peculiarità tipiche di questo settore e che sia implementabile in modo efficiente. Per questo inizieremo l’attività dotandoci di un contratto aziendale, rispettoso dei trattamenti economici previsti dai contratti collettivi. La nostra intenzione – conclude Bertarini – è comunque quella di continuare ad approfondire il tema con le parti sociali e le organizzazioni sindacali, sempre nell’ottica di offrire tutele e flessibilità”.

Il piano di sviluppo

Il modello Scoober, già presente in 12 paesi del gruppo e in oltre 140 città, con più di 19mila rider, prevede uno sviluppo in Italia in 23 città, nel corso del 2021. Si parte dalla Lombardia con Monza, prima città in cui sarà testato il modello a partire da marzo, con l’obiettivo di valutare prima all’interno di una realtà più contenuta in termini di volumi e numero di ristoranti, il miglior funzionamento del servizio.
Il progetto prevede poi di proseguire nelle città di Brescia, Verona, Parma e Reggio Emilia ed altre città dell’Emilia Romagna, per poi arrivare a Milano entro aprile 2021 con il primo hub sul territorio italiano e un obiettivo di oltre mille rider assunti nei primi due mesi.

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