Just Eat battezza l’hub di Milano, terzo polo logistico del mercato del food delivery in Italia dopo quelli di Roma e Firenze. L’hub, di 530 metri quadrati, potrà contare su una flotta di 78 scooter, 100 rider dipendenti e consentirà – si legge in una nota dell’azienda – un risparmio in emissioni di circa 61mila kg/anno di CO2. Avviato inoltre un progetto pilota, insieme a Comune e Università Statale, per la sicurezza dei rider.
Come si configura il nuovo hub
L’azienda opererà con oltre 100 rider dipendenti: tra questi 16 sono nuove assunzioni. L’organico sarà composto, inoltre, da 12 impiegati con mansioni di coordinamento delle attività relative al corretto funzionamento della struttura.
Lo spazio è un open space dove, oltre ai mezzi elettrici, si trovano un desk di accoglienza e coordinamento delle operazioni dei rider, locker per depositare gli effetti personali dei dipendenti dell’hub e uno spazio ristoro. Lo spazio è anche destinato agli uffici dello staff, con sale riunioni e formazione per i rider dipendenti, oltre ad un magazzino per stoccare i materiali utili allo svolgimento del lavoro.
Il progetto per la sicurezza dei rider
Il polo logistico sarà anche luogo d’incontro e formazione, con uno staff dedicato. Nel capoluogo milanese sarà infatti avviato un progetto di formazione sulla sicurezza stradale dedicata ai rider di Just Eat e costruito in collaborazione con il Comune di Milano e l’Università Statale di Milano.
L’hub, si legge in una nota dell’azienda, è parte integrante del percorso di implementazione di un nuovo modello di delivery, che Just Eat ha iniziato nel 2021 siglando l’accordo sindacale con Filt Cgil, Fit-Cisl e Uil Trasporti, che oggi conta oltre 2.500 rider dipendenti assunti con contratto di lavoro subordinato.
Nuovo modello di delivery: accordo pubblico-privato
“In coerenza con il percorso di crescita e di investimento del Gruppo in Italia, e con la scelta di implementare un modello di delivery responsabile, abbiamo deciso di avviare con un progetto pilota in ambito sicurezza supportati da due importanti attori, quali il Comune di Milano e l’Università Statale di Milano – spiega Daniele Contini, Country Manager di Just Eat Italia -. Si tratta di un ulteriore passo in avanti nel nostro impegno per la sicurezza e la tutela dei nostri rider dipendenti, con particolare attenzione alla prevenzione di situazioni di potenziale pericolo. Crediamo che la collaborazione con le istituzioni e il mondo accademico possa rappresentare l’inizio di un percorso proficuo, in un’ottica di collaborazione concreta tra pubblico e privato”.
“La volontà di Just Eat di avviare un progetto dedicato alla sicurezza – dice Alessia Cappello, assessora allo Sviluppo Economico e Politiche del Lavoro – è un passo significativo che conferma l’importanza della sinergia con cui è possibile creare una rete con l’obiettivo di rendere sempre migliore, vivibile e sostenibile la nostra città”.
”L’Hub di Milano mette a disposizione dei nostri rider mezzi totalmente sostenibili per le consegne, in linea con il nostro impegno a sostenere un approccio green – afferma Davide Bertarini, Head of Delivery di Just Eat Italia -. Inoltre ci permette di fornire spazi di lavoro, formazione e ristoro per i nostri dipendenti. Come Gruppo, vogliamo continuare a crescere in modo responsabile agendo con azioni orientate al raggiungimento di quota zero emissioni per le operations entro il 2030”.
Il mercato del delivery in Italia
Il settore digital food delivery nel 2022 ha raggiunto un valore di 1,8 miliardi, rappresentando il 44% dell’intero comparto alimentare. Si tratta di un settore in continua crescita, soprattutto grazie all’incremento della capillarità del servizio. Nel 2022, il 71% degli abitanti del territorio italiano ha potenzialmente accesso al servizio di food delivery (era il 68% nel 2021).
Oggi Just Eat conta 28.000 ristoranti, con una crescita annuale dei ristoranti partner del 20%, in 2.000 comuni italiani, coprendo l’80% della popolazione.