SES

Karim Sabbagh, Ses: “Saremo il primo operatore satellitare al mondo”

Il Ceo del gruppo: “Implementeremo la crescita dal 2015 al 2017 con un piano di approvvigionamento di sette nuovi satelliti destinati per la maggior parte ai Paesi emergenti”

Pubblicato il 04 Feb 2015

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L’operatore satellitare Ses si affermerà primo operatore satellitare al mondo nel 2015, sviluppando nuovi satelliti e grazie al potenziamento della costellazione di satelliti O3b. “Il nostro obiettivo è di realizzare una crescita del 4% del nostro volume di affari: se riusciremo a raggiungerlo, SES sarà di fatto il primo operatore satellitare al mondo” ha dichiarato il Ceo di Ses Karim Michel Sabbagh.

I risultati annuali del gruppo lussemburghese saranno pubblicati a febbraio ma già lo scorso ottobre, SES aveva annunciato un volume d’affari di 1,4 miliardi di euro. “Implementeremo la crescita nel triennio 2015, 2016 e 2017” ha continuato Sabbagh, “con un piano di approvvigionamento di 7 nuovi satelliti, destinati per la maggior parte ai paesi emergenti. Si tratta di un investimento di circa 2 miliardi di euro”.

Il gruppo, infatti, ha l’obiettivo di rinforzarsi internazionalmente, portando le attività extra europee ed extra statunitensi, dal 30% attuale al 50% del proprio business. Ad oggi, il business di Ses è rappresentato “per il 70% dal broadcasting televisivo, raggiungendo quasi 1 miliardo di persone nel mondo”, dice il Ceo di Ses. L’obiettivo in quest’ambito è di sfruttare il potenziale dei paesi emergenti. “Il tasso di penetrazione delle pay-tv nei mercati emergenti – conferma Sabbagh – è solo del 20%”.

In Italia dal 2008, Ses Astra annuncerà a breve importanti risultati anche nel nostro paese. “In ambito europeo e mondiale si sta affermando l’Ultra HD, e SES è un’azienda all’avanguardia in questo campo”, ha dichiarato il direttore generale Pietro Guerrieri. “Oggi il 4K è immaginabile solo sul satellite, tuttavia dobbiamo essere realisti: in Italia, deve ancora affermarsi l’HD”. Per il manager italiano, “il ritardo italiano è dovuto anche ad una eccessiva focalizzazione della diffusione delle trasmissioni televisive su network terrestre, una risorsa non sufficiente per una vera offerta di canali in alta definizione”. Ma Guerrieri è fiducioso e confida in un cambio di paradigma nell’utilizzo delle diverse tecnologie a disposizione: “Dobbiamo smettere di considerare satellite e digitale terrestre come tecnologie concorrenti e opposte. Come in altri paesi dobbiamo ragionare in termini di sinergia e complementarietà così da rendere più efficienti entrambe le soluzioni e ottimizzare le caratteristiche vincenti di ognuna”.

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