L'OPERAZIONE

Kodak, Apple e Google in corsa per i brevetti

Le due net company Usa uniscono le forze per mettere sul piatto un’offerta comune superiore ai 500 milioni di dollari per l’acquisizione delle tecnologie proprietarie dell’azienda fotografica in bancarotta

Pubblicato il 10 Dic 2012

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Apple e Google hanno unito le forze per offrire una somma superiore a 500 milioni di dollari per acquisire il portafoglio brevetti di Eastman Kodak, la storica azienda fotografica in bancarotta. Lo scrive Bloomberg, precisando che in precedenza le due net company avevano intrapreso strade separate, con offerte divise per l’acquisizione di circa 1.100 brevetti messi in vendita nell’ambito della bancarotta di Kodak.

Dopo la bancarotta di Kodak, che ha fatto ricorso al Chapter 11 lo scorso mese di gennaio, Apple si era messa a capo di una cordata di aziende interessate ai brevetti dell’azienda che comprendeva Microsoft e Intellectual Ventures Management. Dal canto suo, Google aveva stretto un’alleanza con la società specializzata in brevetti Rpx e con i produttori asiatici di smartphone Android. I due gruppi avevano offerto separatamente meno di 500 milioni di dollari a testa per l’acquisizione del portafoglio brevetti di Kodak. Ma adesso i due gruppi hanno unito le forze per offrire di più.

Eastman Kodak ha gettato la spugna all’inizio del 2012 richiedendo la bancarotta assistita. L’icona della fotografia soccombe alle nuove tecnologie, alla mancanza di liquidità e all’incapacità di vendere i propri brevetti. La società ha portato i libri in tribunale, accedendo al Chapter 11 (amministrazione controllata) e continuerà a operare fino al luglio del 2103 grazie al finanziamento da 950 milioni di dollari che si è assicurata da Citigroup.

“La riorganizzazione punta a rafforzare la liquidità, a monetizzare la proprietà intellettuale non strategica – l’azienda dispone di 1.100 brevetti digitali – e a far concentrare la società sulle attività di maggior valore”, ha detto il presidente Eastman Kodak. La richiesta per il Chapter 11 è stata presentata a un tribunale di Manhattan: nella documentazione Eastman Kodak dichiara asset per 5,1 miliardi di dollari e 6,75 miliardi di dollari di debito. Ricorso al Chapter 11 che permette alle società Usa di continuare l’attività con il blocco automatico di tutte le azioni dei creditori volte al recupero dei loro crediti. Nel caso di Kodak il maggior creditore è Bank of New York Mellon con crediti non garantiti per 668 mln. La stessa banca risulta anche il più grande creditore garantito con un credito di 776 milioni dollari, sostenuto da tutti i beni Kodak negli Stati Uniti ad eccezione di quelli esentati in un accordo del 1988.

Dominic Di Napoli, Vice president di Fti Group, società specializzata in riorganizzazioni aziendali, è stato scelto alla guida del processo di ristrutturazione. Il Chapter 11 rappresenta un duro colpo per l’amministratore delegato Antonio Perez: durante la sua gestione, Kodak ha bruciato 7 miliardi di dollari di valore di mercato. Eastman Kodak si augura di emergere dalla bancarotta il prossimo anno, dopo aver tagliato i costi e venduto parte del portafoglio brevetti.

Da quando Perez ha assunto le redini di Eastman Kodak nel 2005, la società ha accusato perdite ogni anno. Fondata 131 anni fa e con 17mila dipendenti, la Kodak ha messo in guardia sullo stato precario dei propri conti a novembre, avvertendo che se non fosse riuscita a vendere i propri brevetti o a raccogliere nuovi capitali avrebbe esaurito la liquidità a sua disposizione. Big della fotografia fino a pochi anni fa, Kodak ha sperimentato una forte crisi mentre tentava di orientare nuovamente la propria attività.

I problemi si sono intensificati nel 2001. Lo scorso autunno Kodak ha assunto alcuni consulenti per ristrutturarsi e ha terminato una linea di credito da 160 milioni di dollari, alimentando i timori sulla sua sopravvivenza. Kodak ha tentato per mesi di risanare i propri conti con la vendita dei brevetti non core, un processo rallentato dai timori dei potenziali acquirenti sulla eventuale richiesta di bancarotta da parte della società.

Le controllate di Kodak al di fuori degli Stati Uniti continuano nelle loro normali attività durante il periodo di riorganizzazione aziendale, previsto dalla legislazione americana nell’ambito del “Chapter 11”. Lo comunica l’azienda, precisando che le società controllate al di fuori del territorio americano non sono soggette alla legislazione americana.

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