Eastman Kodak getta la spugna e richiede la bancarotta assistita. L’icona della fotografia soccombe alle nuove tecnologie, alla mancanza di liquidità e all’incapacità di vendere i propri brevetti. La società porta i libri in tribunale, accede al Chapter 11 (amministrazione controllata) e continuerà a operare per i prossimi 18 mesi grazie al finanziamento da 950 milioni di dollari che si è assicurata da Citigroup.
"La riorganizzazione punta a rafforzare la liquidità, a monetizzare la proprietà intellettuale non strategica – l’azienda dispone di 1.100 brevetti digitali – e a far concentrare la società sulle attività di maggior valore", dice il presidente Eastman Kodak. La richiesta per il Chapter 11 è stata presentata a un tribunale di Manhattan: nella documentazione Eastman Kodak dichiara asset per 5,1 miliardi di dollari e 6,75 miliardi di dollari di debito. Ricorso al Chapter 11 che permette alle società Usa di continuare l’attività con il blocco automatico di tutte le azioni dei creditori volte al recupero dei loro crediti. Nel caso di Kodak il maggior creditore è Bank of New York Mellon con crediti non garantiti per 668 mln. La stessa banca risulta anche il più grande creditore garantito con un credito di 776 milioni dollari, sostenuto da tutti i beni Kodak negli Stati Uniti ad eccezione di quelli esentati in un accordo del 1988.
Dominic Di Napoli, Vice president di Fti Group, società specializzata in riorganizzazioni aziendali, è stato scelto alla guida del processo di ristrutturazione. Il Chapter 11 rappresenta un duro colpo per l’amministratore delegato Antonio Perez: durante la sua gestione, Kodak ha bruciato 7 miliardi di dollari di valore di mercato. Eastman Kodak si augura di emergere dalla bancarotta il prossimo anno, dopo aver tagliato i costi e venduto parte del portafoglio brevetti.
Da quando Perez ha assunto le redini di Eastman Kodak nel 2005, la società ha accusato perdite ogni anno. Fondata 131 anni fa e con 17mila dipendenti, la Kodak ha messo in guardia sullo stato precario dei propri conti a novembre, avvertendo che se non fosse riuscita a vendere i propri brevetti o a raccogliere nuovi capitali avrebbe esaurito la liquidità a sua disposizione. Big della fotografia fino a pochi anni fa, Kodak ha sperimentato una forte crisi mentre tentava di orientare nuovamente la propria attività.
I problemi si sono intensificati nel 2001. Lo scorso autunno Kodak ha assunto alcuni consulenti per ristrutturarsi e ha terminato una linea di credito da 160 milioni di dollari, alimentando i timori sulla sua sopravvivenza. Kodak ha tentato per mesi di risanare i propri conti con la vendita dei brevetti non core, un processo rallentato dai timori dei potenziali acquirenti sulla eventuale richiesta di bancarotta da parte della società.