E’ sempre più concreto il rischio che gli attacchi informatici non vengano più sferrati da singoli intraprendenti, o da organizzazioni criminali, ma da altri Stati. A sostenerlo in un’intervista alla Bbc è Richard Ledgett (nella foto), vice direttore della National security agency americana: “quando si è collegati con Internet – ha detto – si è vulnerabili ad attacchi di determinati Stati”. Come contromisura Ledgett propone di stabilire alcune “linee rosse” che non possono essere superate in questo campo senza incorrere in conseguenze, dalle misure diplomatiche fino alle sanzioni economiche.
Nell’intervista il vice direttore della Nsa illustra la duplice missione dell’agenzia di spionaggio americana, finita sotto i riflettori da quando Edward Snowden ha rivelato al mondo i suoi programmi segreti di controllo delle comunicazioni telefoniche e via Internet, tesa a proteggere le comunicazioni del governo e a raccogliere informazioni riguardo a nemici e avversari dell’America.
Quanto ai cyber attack, “le barriere di ingresso sono cadute e tutti nel mondo sono diventati più connessi attraverso i computer e i sistemi informatici – ha proseguito Ledgett – e le vulnerabilità sono aumentate”.
Ledgett è poi tornato sul caso Snowden, spiegando come molti degli obiettivi abbiano ormai adottato contromisure per non poter più subire attacchi: “Abbiamo visto centinaia di obiettivi che hanno detto ‘siamo vulnerabili a queste tecniche di controllo e quindi dobbiamo cambiare metodi’, e molti l’hanno fatto”, ha spiegato sottolineando che tra questi obiettivi vi sono “diverse organizzazioni terroristiche e in particolare una che aveva un piano avanzato per attacchi in Europa e Stati Uniti”.