Mancano pochi giorni alla riapertura dell’anno accademico
dell’Università dell’Aquila, prevista per il prossimo 19
ottobre. E nonostante l’emergenza alloggio rimanga alta, esiste
un luogo dove i 27mila studenti, di cui 12mila fuori sede, hanno
potuto trovare uno spazio di aggregazione che ha permesso di
mantenere unito il tessuto sociale universitario. Questo spazio
è Internet.
“Già dall’8 aprile, a due giorni dal sisma, abbiamo
replicato il sito dell’Università dell’Aquila, rimasto fermo
a causa del terremoto. Duplicando i contenuti abbiamo potuto
rendere accessibili tutti i servizi agli studenti”, spiega il
direttore del Caspur, Francesco Proietti. Il
Caspur, consorzio interuniversitario per le applicazioni di
supercalcolo per università ricerca, è un ente senza scopo di
lucro, partecipato da alcune università e dal Miur, che ha lo
scopo di promuovere e sostenere l’utilizzo del calcolo ad alte
prestazioni nell’ambito della ricerca scientifica e
tecnologica, pubblica e privata. “Grazie ai rapporti di stima e
di collaborazione che ci sono da sempre tra noi e i dipartimenti
dell’Università dell’Aquila, è stato possibile fin da
subito – continua Proietti – aprire una bacheca con tutte le
informazioni necessarie per gli studenti, creare una piattaforma
di e-learning per i materiali didattici e infine rendere gratuiti
i servizi per l’editoria elettronica a supporto dei professori
e dei ricercatori. Tutto questo lo abbiamo fatto a costo zero”.
“Grazie al Caspur – afferma
Paola Inverardi, preside della facoltà di Scienze
dell'Università dell'Aquila – abbiamo avuto
subito a disposizione uno strumento di comunicazione immediata
tra noi professori e i nostri studenti. Così, abbiamo potuto
dare le prime comunicazioni di servizio, fare un censimento degli
studenti, offrire loro un supporto anche logistico attraverso una
bacheca per lo scambio di informazioni tra chi offre e chi cerca
alloggio”. Basta cliccare su www.univaq.it per accorgersi di
quanto questi servizi siano utilizzati: la sessione
“affittasi”, per esempio, è popolata da centinaia di
annunci. Tutti i dati inseriti nella bacheca vengono poi
controllati da un Gruppo di Lavoro Permanente, appositamente
costituito, che l’università mette a disposizione per
controllare le speculazioni sui prezzi.
La grande macchina del Web ha saputo quindi mettersi subito in
moto per rispondere a un'altro grande preoccupazione
dell’Aquila: perdere la sua anima, ovvero migliaia di studenti
universitari che popolano e colorano di vita questa città,
creando un indotto di 150 milioni di euro l’anno. Numerosissime
anche le iniziative messe online dagli stessi studenti aquilani,
come l'apertura di social network ed una pagina fan su
Facebook che conta già più di 2.500 adesioni.
“Il Web ci ha salvato la vita – afferma Claudio Arbib,
direttore del dipartimento di informatica Univaq -. A
pochi giorni dal sisma è stato possibile ripristinare un
contatto con un migliaio di studenti”. Il professor Arbib,
giusto una settimana prima del sisma, aveva terminato di scrivere
un progetto per un portale dedicato ai servizi per gli studenti
(Voip, infomobilità, smart card per gli iscritti
all’università…), un progetto che aveva già visto il
coinvolgimento degli enti locali e le grandi imprese presenti sul
territorio. “È importante non disperdere queste competenze –
continua Arbib – e anzi, confidando sulla grande apertura che sta
dimostrando il settore privato, far diventare L’Aquila un
centro scientifico e tecnologico di eccellenza”.
Proprio il privato – le grandi aziende nazionali e multinazionali
– sta guadagnando un ruolo chiave anche nella ripresa
dell’Università. Adobe, attraverso il suo amministratore
delegato Giuseppe Verrini, ha presentato a L’Aquila il Centro
di Competenza per la dematerializzazione documentale, un progetto
che vede la realizzazione di un laboratorio di sviluppo presso
l’università per applicazioni mirate alla dematerializzazione
di documenti e processi amministrativi. Il centro sarà
inaugurato a ottobre e comprenderà un’infrastruttura per
web-conferencing ed e-learning finalizzata sia alla didattica che
all’interazione tra il Centro di competenza e tutte le
Pubbliche amministrazioni.