“L’Argentina punta sull’innovazione. Vogliamo essere un Paese che attrae investimenti dall’estero in tecnologie di punta. Possiamo essere un’opportunità importante anche per le imprese italiane. Per questo sono venuto in Italia”: Lino Barañao è ministro della Scienza, Tecnologia e Innovazione produttiva nel nuovo governo seguito all’affermazione di Mauricio Macri nelle scorse presidenziali. A dire il vero, Barañao ha ricoperto la stessa funzione anche nel precedente esecutivo nel periodo del kirchnerismo: un elemento di continuità, dunque, con la precedente amministrazione. “Il Presidente Macri mi ha convocato e mi ha fatto la proposta di continuare come ministro anche nel suo governo. Ho accettato, tutto qua”, spiega a CorCom in occasione della sua visita in Italia, prima della successiva tappa in California.
Non fa differenza fra il governo peronista e quello attuale?
Il precedente esecutivo aveva un’impronta più populista, questo è più liberale. Ma rimane l’obiettivo strategico del mio ministero di dare continuità a progetti pluriennali già messi a punto in passato. Penso che gli investimenti pubblici nella scienza debbano mirare allo sviluppo economico e sociale dell’Argentina. Per questo è importante una forte interazione della mano pubblica col settore industriale e produttivo.
Ed è per questo che è venuto in Italia? Ha incontrato il ministro Giannini ed il presidente di Confindustria Squinzi.
Uno dei nostri obiettivi è mobilitare investimenti privati ed attrarre capitale dall’estero. La collaborazione internazionale è per noi fondamentale. Ovviamente, l’Italia non può che essere un partner importante, come hanno mostrato i colloqui della nostra delegazione col vostro ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Stefania Giannini. Abbiamo firmato un accordo di collaborazione scientifica con l’Università Sapienza di Roma. E poi ho incontrato il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi con cui abbiamo siglato un memorandum per la costituzione di un fondo di investimento di 100 milioni, basato in Italia, in particolare per il settore agroalimentare. Ne trarranno giovamento le vostre imprese e la nostra economia. L’Argentina è un posto promettente per le aziende italiane.
Siamo ancora in un settore tradizionale come l’agricoltura.
Dove però è l’innovazione a fare la differenza. E poi si tratta di un punto di partenza. Vi sono molti altri progetti in fieri, ad esempio in settori come le infrastrutture e le energie rinnovabili. Vogliamo essere percepiti come un Paese dove si va ad investire anche per trovare soluzioni innovative, tecnologie avanzate. Abbiamo risorse umane altamente qualificate e una riconosciuta capacità di inventiva. Ad esempio, in compartecipazione col governo argentino, l’inglese GlaxoSmithKline sta investendo 5 milioni di dollari in un programma triennale di ricerca su tre brevetti. Abbiamo già 70 ricercatori al lavoro. Mi pare un esempio concreto del potenziale di presenza dell’Argentina nei settori di punta. La nostra intenzione è intensificare la collaborazione scientifica e tecnologica fra settore privato e pubblico, anche attraverso un incremento dei finanziamenti pubblici.
Puntate anche sull’innovazione digitale?
Certamente. Il mio ministero dispone di strumenti di finanziamento mirati proprio al supporto delle startup, in particolare in ambito universitario. Attualmente, contiamo 120 aziende impegnate nel processo di incubazione. Abbiamo linee finanziarie speciali volte a supportare la creazione di imprese nel settore del software. In particolare, abbiamo messo in campo iniziative per supportare gli studi e le attività imprenditoriali di studenti dell’ultimo anno di università che abbiano progetti di creazione di nuove imprese. La nostra politica è promuovere lo sviluppo di imprese tecnologiche, in particolare proprio facendo leva sugli ambienti universitari.
Il digitale ha bisogno di infrastrutture tecnologiche adeguate.
In Argentina c’è una diffusione relativamente alta della banda larga, in particolare se comparata con gli altri Paesi della regione. C’è una forte penetrazione della telefonia cellulare: ormai abbiamo due telefoni per abitante. E sta crescendo molto il mercato delle applicazioni mobili per i telefoni cellulare. Design, applicazioni, e-commerce mobile: le aziende di telecomunicazioni stanno implementando piani importanti. In particolare, Arsat, l’azienda nazionale delle telecomunicazioni, sta completando la posa della fibra ottica con l’obiettivo di collegare l’intero Paese e garantire a tutti i cittadini l’accesso a Internet a banda larga. Prendiamo seriamente la lotta al digital divide.