L’Australia vuole “filtrare” i contenuti Internet

La proposta del ministro delle Comunicazioni Stephen Conroy: ai provider il ruolo di “censori”, online solo i siti che passano indenni i controlli di qualità

Pubblicato il 15 Mar 2010

Tra i Paesi finiti sotto la lente di ingrandimento di Reporters
sans frontieres come “sotto sorveglianza” per essere
potenzialmente “nemici di Internet”, insieme a nomi di cui sei
era già sentito parlare (dalla Turchia alla Russia alla Corea del
Sud), ce n’è uno che potrebbe sembrare esser capitato lì per
errore: l’Australia. Il Governo di Camberra, infatti, sta per
varare un piano che prevede un filtro che blocchi alcuni contenuti
on-line e alcuni siti. La decisione nasce dall’esigenza di
combattere la pedopornografia, insieme a tutti i contenuti che
inneggiano o istigano alla violenza o addirittura al
terrorismo.

Al di là delle intenzioni, però, in occasione della giornata
mondiale contro la cyber censura che si è celebrata venerdì, da
Rsf arriva un monito all’Australia: sebbene non compaia nella
lista nera di chi osteggia apertamente la rete o addirittura la
oscura per i propri cittadini (Iran e Corea del Nord, per fare un
esempio), la decisione di introdurre un filtro obbligatorio rimane
una scelta “che preoccupa”. Tutto questo ovviamente in linea di
principio, perché, lasciano intendere da Rsf, se si lascia passare
l’idea che i singoli governi possano limitare la rete, anche a
fin di bene, questo potrebbe dare il via a una serie di barriere
che potrebbero diventare incontrollabili, e a una censura di fatto
rischierebbe di estendersi velocemente.

Secondo le intenzioni di Stephen Conroy, ministro australiano delle
Comunicazioni, il filtro a Internet nasce perché i provider
filtrino la rete per lasciar passare soltanto ciò che si adegua
agli standard sulla censura che sono applicati a tutti gli altri
media, dai libri ai Dvd. Prendendo questa decisione il governo
australiano vuole che nulla di tutto ciò che viene normalmente
vietato possa essere disponibile on line, dagli abusi sui minori
alle violenze sessuali, fino ad arrivare alle istruzioni su come
commettere un crimine, una violenza o fare uso di droghe, o a
materiali che incitino alla violenza o al terrorismo.

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