Stare al posto di guida e circolare senza mettere mai mano al volante, mentre magari si legge il giornale o si chatta su Whatsapp col proprio smartphone.
Essere trasportati da un automobile intelligente che si muove nel traffico grazie a un sistema integrato di sensori e software in grado di decrittare i big data e di garantire performance di guida più sicure di quelle di un pilota professionista.
Quello che potrebbe sembrare uno scenario futuristico è destinato a diventare realtà il prossimo anno a Goteborg, in Svezia. Qui per la prima volta nel 2017 saranno messe a disposizione dei cittadini 100 macchine auto-guidate, nell’ambito del The DriveMe project. Si tratta del più grande progetto di self driving car su scala mondiale e sulle strade pubbliche. Un progetto iniziato nel 2013, con una serie di studi di fattibilità, e pronto adesso a partire, che coinvolge due grandi partner industriali: il colosso dello storage Emc e la casa automobilistica Volvo, i quali hanno progettato delle vetture completamente automatizzate.
L’iniziativa in fase sperimentale è stata presentata ai primi di settembre a Goteborg nell’ambito dell’evento organizzato da Emc “Technology that moves you”. L’obiettivo è soprattutto quello di capire che impatto potranno avere queste nuove macchine sulla mobilità, sull’ambiente e anche sugli spazi cittadini. “Sarà interessante verificare in che misura l’uso di queste nuove auto potrà contribuire alla diminuzione dell’inquinamento, a ridurre il traffico e il problema dei parcheggi”, ha detto Mikael Ivari, Assessore ai trasporti urbani di Goteborg.
Sarà un test importante anche per Volvo e per il suo partner tecnologico Emc, in vista di quella rivoluzione del mercato automobilistico, che come ha ricordato il Vice presidente per l’Europa occidentale della multinazionale dello storage, Jacques Boschung, “farà sì che nel 2040 il 75% delle macchine vendute nel mondo sarà self driving”.
Strategica dunque l’alleanza tra le due industrie. Emc ha disegnato tutta l’architettura informatica dei nuovi veicoli Volvo, dotandoli di un’infrastruttura It “data lake”, in grado di mettere insieme i big data captati dal web, dai sistemi di geo- localizzazione satellitare e dai sensori e di analizzarli rapidamente per orientare la guida delle automobili.
“La tecnologia data lake”, ha spiegato Boschung, “ha la capacità di aggregare dati tra loro estremamente eterogenei e decrittarli in tempo reale”.
“Dopo Goteborg, la prossima città a sperimentare il The DriveMe project sarà Londra”, ha rivelato a CorCom Jonas Ronnkvist, Direttore Sviluppo commerciale, strategia e Consumi It della Volvo, “Tra due anni, infatti anche sulle strade della City e in Cina inaugureremo il progetto delle 100 macchine auto-guidate”.
Di sicuro Volvo ed Emc, ora assorbita da Dell, non ballano da sole. Altri due giganti del mercato automobilistico come Ford e Fca hanno recentemente annunciato la loro alleanza con Google per produrre auto a guida completamente autonoma. La prima conta di farlo già entro 5 anni nei suoi stabilimenti di Palo Alto. Tuttavia la corsa verso la commercializzazione di queste nuove vetture non sarà priva di ostacoli. I primi a remare contro potrebbero essere proprio le lobby del petrolio e i sindacati, come ha sottolineato il Vice presidente per l’Europa occidentale di Emc, Jacques Boschung. “La produzione di queste auto avrà un impatto disruptive da un punto di vista occupazionale. Le procedure saranno sempre più automatizzate e ci sarà una consistente riduzione di posti di lavoro. Da non sottovalutare poi le reazioni dell’industria petrolifera che, per ovvie ragioni, si sentirà minacciata dalla diffusione di auto a motore elettrico e tenterà di contrastarne il boom”, ha osservato il manager.
Ultima criticità di cui tenere conto: l’eventuale accesso abusivo ai dati da parte di hacker. “Un cyber attacco terroristico ai computer delle self driving car potrebbe creare seri problemi di sicurezza”, ha rimarcato Boschung. Un problema che le case automobilistiche e i player Ict saranno necessariamente chiamati a risolvere quanto prima.