C’era una volta la falegnameria comunale dove si costruivano e si riparavano gli arredi pubblici, come si usava un tempo nell’Emilia e nella Romagna delle giunte rosse ora da venerdì scorso, nella zona industriale di Ravenna, si è inaugurato il primo DataCenter regionale. Un cambio di destinazione d’uso, officiato dal sindaco di Ravenna Fabrizio Matteucci, che segna il passaggio dalla old alla new economy ma pur sempre con una forte impronta pubblica per il super computer (100mila macchine virtuali al lavoro), realizzato da Lepida, la società in house della Regione e delle pubbliche amministrazioni emiliano – romagnole per l’innovazione e le reti, che ha l’obiettivo di fornire spazio, manutenzione e gestione dei dati sia pubblici che privati. Un’operazione che dovrebbe portare a sostituire la rete dei Ced diffusa negli enti locali e per usare le parole dell’assessore regionale Raffaele Donini, ha la delega all’agenda digitale e alle infrastrutture immateriali, a voltare pagina “perchè è finita l’epoca dei Ced sistemati nei sottoscala e negli scantinati dei piccoli e grandi comuni”. Insomma tutti i dati regionali sono da trasferire e custodire a Ravenna e negli altri tre DataCenter in progetto – si lavora su Parma, Ferrara e Bologna che si prevede di inaugurare entro il 2018 – tra Emilia e Romagna. I dati dal 2009 sono custoditi nel Data Center di Pont Saint Martin in Valle d’Aosta ma secondo Gianluca Mazzini – direttore generale di LepidaSpA – si è reso necessario il ritorno in patria perchè “Pont Saint Martin è troppo lontano. La struttura naturalmente va bene, ma c’è un problema di risorse di connettività, di velocità di trasferimento dei dati e per questo abbiamo pensato alla costruzione qui dei DataCenter”.
Per attrezzare l’edificio da 600 metri quadri, in una area da 1200 di proprietà del Comune di Ravenna nell’area industriale delle Bassette, la Regione ha messo a disposizione un finanziamento complessivo di 4,5 milioni di euro. Un investimento che si pensa di recuperare, a livello generale di costi per il sistema degli enti locali, attraverso i risparmi delle economie di scala offerte dal DataCenter. Regione e Lepida sostengono che con il costo per la sola energia elettrica che ogni Comune sta pagando attualmente per il suo Ced, nel DataCenter sarà possibile coprire i costi di energia elettrica, ammortamento e gestione delle macchine.
Risparmio economico ma pure energetico/ambientale: “Passiamo – ha spiegato Mazzini – da una visione frammentata di tante macchine distribuite tra tanti enti, ad una più concentrata, da macchine singole a macchine condivise con i vantaggi tipici della virtualizzazione tra cui quelli relativi al risparmio energetico”.
Un altro dei traguardi che si pensa di assicurare è quello della sicurezza della conservazione dei dati, un problema toccato con mano in questa regione nel 2012 come hanno dimostrato i danni informatici provocati dal terremoto. “I DataCenter Lepida sono un elemento costitutivo della Rete Lepida nativamente connessi – ha sottolineato il direttore Mazzini – e quindi con tutta la banda necessaria, e ridondati, a prova di emergenze naturali”.
La sorgente finanziaria della infrastuttura è pubblica ma c’è un accordo con i privati per una gestione che Regione e Lepida definiscono in condominio. In altri termini è stato fatto un bando di gara vinto da iNebula, la società che ha messo a disposizione 300mila euro. Il modello si replicherà negli altri 3 DataCenter – a Parma dove si pensa di inaugurare la struttura entro l’estate si è aggiudicata la gara una società della British Telecom – e i vincitori dei bandi hanno l’obbligo di mettere a disposizione di altri privati almeno il 30% delle infrastrutture.
Il socio privato con l’intervento di Andrea Farina, presidente e amministratore delegato del Gruppo Itway di cui INebula fa parte, ha sottolineato i vantaggi del DataCenter per il sistema locale delle imprese: “Non solo le imprese potranno beneficiare di servizi innovativi a costi molto contenuti, ma avranno il beneficio di poter conoscere l’ubicazione dei loro dati, che pur essendo in cloud, risiederanno fisicamente a due passi dall’azienda. Infine il nuovo DataCenter di Ravenna ci permette di offrire alle imprese del territorio un luogo vicino, gestito e sicuro, dove ospitare senza preoccupazioni i server che fino ad oggi erano solite tenere in azienda, con notevoli rischi per la sicurezza e l’affidabilità”.
Ma il giorno dopo la celebrazione del matrimonio pubblico privato e le buone parole spese per Lepida vengono pubblicati alcuni estratti del “libro bianco” preparato dal commissario regionale alla spending review Salvatore Vassallo sulle società partecipate dalla Regione. Uno dei temi è il costo delle connessioni che Lepida fa pagare agli enti locali: “Sarebbe opportuno documentare che il “prezzo” pagato dai soci per ottenere connettività da Lepida sia inferiore al prezzo di un servizio offerto da società private”. Insomma la sfida non è solo costruire e far funzionare i DataCenter ma pure dimostrare che i servizi offerti da Lepida sono competitivi con quelli offerti dal mercato.