Apple, Google, Ericsson, e Nokia sono alcune delle 33 aziende che hanno aderito al programma della Federal Communications Commission (Fcc) messo in campo per frenare le chiamate automatizzate indesiderate. Lo ha rivelato il ceo di AT&T, Randall Stephenson, in occasione della prima riunione del Robocall Strike Force della Fcc, spiegando che un così ampio supporto del settore è essenziale per frenare la crescita del numero di chiamate automatizzate indesiderate. Il fatto stesso che, attualmente, il numero delle “robocalls” è in aumento è la dimostrazione che l’approccio “frammentario” che il settore ha avuto finora è stato un fallimento.
Lo scorso luglio il presidente della Fcc, Tom Wheeler, ha detto che le robocalls “sono le attività più denunciate dai consumatori alla commissione” e che “la Fcc è impegnata a proteggere i consumatori dalle chiamate indesiderate, dando loro un maggiore controllo sulle telefonate e sul contenuto delle stesse”.
Stephenson ha sottolineato che i vettori, i produttori di dispositivi, gli sviluppatori di sistemi operativo e progettisti di rete devono collaborare con i legislatori e le autorità di regolamentazione per bloccare il fenomeno delle robocalls.
I partner si sono impegnati ad applicare le norme di verifica sul VoIP ID di chi fa la chiamata e, una volta ultimato, ad adottare il sistema di sicurezza SS7 per le chiamate VoIP; inoltre c’è l’impegno s sviluppare e implementare soluzioni per bloccare le chiamate indesiderate e per aiutare i vettori ad implementare le tecnologie blocco di chiamata sulle loro reti.
L’obiettivo è quello di di fornire alla Fcc “piani concreti per accelerare lo sviluppo e l’adozione di nuovi strumenti e soluzioni” entro il 19 ottobre. I piani potranno anche includere “raccomandazioni alla Fcc sul ruolo che governo dovrebbe svolgere in questa battaglia”, ha concluso il ceo di AT&T.