Siamo a dieci anni dallo scoppio della bolla di Internet, i tempi
d’oro delle dot.com, quando il Nasdaq (marzo 2000) toccava il suo
apice superando quota 5.000 punti. Oggi l’indice tecnologico
statunitense si assesta a un valore (intorno ai 2.300 punti) che è
meno della metà dei giorni del boom della new economy e premia,
più che le tlc, le aziende hi-tech, come dimostra l’andamento
dei fondi specializzati nei titoli del settore.
“L’information technology ha ripreso a ruggire nell’ultimo
anno e, osservando i dati nei periodi a sei, tre e un mese, i
valori risultano tutti positivi”, si legge su Soldi, che riprende
la classifica stilata da Fida. In particolare, negli ultimi trenta
giorni, il fondo con il rendimento migliore è Sella Global
Strategy Internet, totalmente focalizzato sulle aziende che fanno
della rete il proprio core business. Tra i titoli in portafoglio:
Cisco, Google, Qualcomm, Time Warner, Amazon, eBay, McAfee. La
performance a un mese (in euro) è dell’11,80%, a tre mesi del
16,81%.
Ha reso molto bene anche JP Morgan Funds Us Technology,
prevalentemente esposto sull’hardware (52%) e secondariamente su
software (23%) e telecomunicazioni (13%). In questo caso, la
performance a un mese è dell’11,17% e a tre mesi del 14,81%.
Punta sull’hardware anche Franklin Technology Fund, in terza
posizione con un rendimento a un mese dell’11,14% (del 14,93% su
tre mesi).
L’area di riferimento dei tre fondi citati è quella
nordamericana: “Come ben si sa, la tecnologia dell’informazione
risiede nella Silicon Valley e poco più in là”, osserva Soldi.
In quarta e quinta posizione si piazzano due fondi che invece
investono prevalentemente in tlc, Dit-Internet Fund e Allianz Rcm.
E poi ci sono anche strumenti che operano nel nostro continente
(fondi specializzati nel Dj Stoxx 600 Technology, l’indice di
riferimento delle principali aziende tecnologiche europee), ma
Soldi nota che il valore aggiunto è in realtà nell’operare
anche nei mercati extra europei, soprattutto Usa, ma anche Asia.