Cinque miliardi di dollari il conto che Facebook dovrà pagare in tasse entro l’anno a seguito del debutto di Borsa. Lo scrive il Financial Times, precisando che il social network sarà chiamato ad una nuova emissione di azioni entro fine anno, dopo quella prevista per il debutto in borsa a maggio, per pagare il conto al Fisco legato alla montagna di stock option in mano ai suoi dipendenti.
La seconda emissione di azioni è un effetto collaterale della massa enorme di utili che i vertici della prima ora del social network e circa 3mila dipendenti stanno per incassare dallo sbarco in Borsa.
Il valore complessivo delle stock option e dei titoli riservati detenuti dai dipendenti di Facebook ammonta a 23 miliardi di dollari, in base ai dati emersi dai documenti depositati alla Sec in vista della Ipo. Un valore superiore al market value di un competitor come Yahoo!, quello in mano al management e al personale di Facebook, che ricorda i fasti delle dotcom della Silicon Valley negli anni ’90, prima dello scoppio della bolla speculativa.
Il tesoretto in stock option dei dipendenti di Facebook non conta il gruzzolo personale del cofondatore Mark Zuckerberg, che quest’anno maturerà utili per 4,5 miliardi di dollari dalle sue stock option, su cui dovrà pagare una quota di 1,5-2 miliardi in tasse. Stock option che peraltro sono soltanto una piccola parte della sua quota azionaria personale, stimata in 24 miliardi di dollari. Le cifre di cui si parla si basano sulla valutazione di 45 dollari per azione al quale vengono scambiati i titoli del social network sul mercato secondario, secondo stime di SharePost. C’è da dire che l’ammontare esatto delle tasse che dovranno pagare i dipendenti all’erario Usa dipenderanno dall’esito dell’Ipo.