L’Italia digitale si fa (anche) con lo smart working

Al Forum Public Affairs riflettori sull’innovazione: reti di qualità e competenze per far tornare a crescere il Paese

Pubblicato il 23 Mar 2016

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All’Italia servono infrastrutture di qualità e competenze per essere protagonista della rivoluzione digitale e raggiungere gli obiettivi dell’Agenda europea ‘2020’, tenendosi al passo con i partner. È il messaggio emerso dal Forum Public Affairs, organizzato da Comunicazione italiana alla Camera, durante il quale sono stati affrontati i temi dell’innovazione nel mondo del lavoro, in particolare dello ‘smart working’, del welfare aziendale e della digitalizzazione del Paese. Per l’introduzione del welfare aziendale, prevista dalla legge di stabilità e che offre la possibilità per il lavoratore di scegliere prestazioni sociali al posto del premio di produzione, il terreno è fertile, secondo il presidente della Commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano.

L’ex ministro è convinto che sia necessaria, da parte di imprese, lavoratori e sindacati, una “spinta verso l’innovazione”. Il welfare aziendale “non può tuttavia sostituire l’erogazione pubblica, ma deve integrarla”, ha avvertito Damiano. “I temi del welfare aziendale possono essere oggetto di trattativa sindacale e un accordo può definire l’uso di questi strumenti, come i voucher per la cura e le borse di studio”, ha aggiunto, “si sta andando in questa nuova direzione che è una rottura rispetto al passato, in un momento in cui le protezioni sociali dello Stato diminuiscono”. “Dobbiamo prendere atto che lo Stato non è più in grado di soddisfare tutte le esigenze del lavoratore e del cittadino ed è evidente che le parti sociali debbano prendere in mano la situazione da un punto di vista culturale”, ha sottolineato l’avvocato Francesco Rotondi, founding partner di LabLaw, sponsor dell’evento.

“Non c’è più spazio per la contrapposizione sociale basata su una differenza tra datore di lavoro e lavoratore”, ha aggiunto Rotondi. Emanuele Recchia e Christian Vasino, rispettivamente responsabile per le politiche del lavoro e le relazioni industriali di Unicredit e capo delle risorse umane di Pirelli, hanno illustrato le politiche di welfare messe in campo dalle aziende. “Welfare non è solo questione di quantità ma di qualità, perchè dobbiamo adeguare l’offerta ai bisogni delle persone e anticiparli. Nella nostra offerta due sono gli aspetti principali: utilizzabilità e adattabilità”, ha sottolineato Recchia. “Il concetto di welfare in Pirelli ha radici storiche, una visione pionieristica del welfare come strumento di ingaggio dei collaboratori, siamo stati tra i primi a offrire una settimana di vacanze retribuite nel 1917, oggi offriamo servizi come la detassazione del premio di produttività e il supporto alla diversità, il part-time per le mamme e abbiamo cominciato a lavorare sullo smart working”, ha spiegato Vasino, nel corso della conferenza di cui Agi è media partner.

Per quanto riguarda la rivoluzione digitale, l’Executive vice president telecom business di Prysmian, Philippe Vanhille, ha ricordato che in Italia ci sono “competenze uniche” per la produzione della fibra ottica. “Ci sono tre tecnologie nel mondo per la fibra: una americana, una giapponese e una europea di proprietà italiana”, ha sottolineato Vanhille. “Abbiamo un centro di eccellenza a Battipaglia, in provincia di Salerno, una grande fabbrica per produrre fibra e sviluppare nuove fibre. Come comunità europea e come Italia abbiamo il dovere di realizzare una rete che dovrebbe durare 30 anni e dobbiamo farla bene”, ha sottolineato ancora Vanhille, “per questo bisogna usare le competenze e l’industria in Italia”. “Per far fronte alla rivoluzione digitale è fondamentale porre le basi per infrastrutture a prova di futuro”, ha affermato Michelangelo Suigo, head of Public Affairs di Vodafone. È indispensabile “realizzare reti in fibra ottica e banda larga e poi è fondamentale passare su servizi, lavorare molto sulle digital skills, provando a portare le best practice nella pubblica amministrazione, lo smart working, sistemi di pagamento via mobile. Se ci sarà un cambio di paradigma anche nella pubblica amministrazione, sarà possibile raggiungere gli obiettivi dell’agenda digitale europea 2020”, ha spiegato il manager.

Bianca Papini, responsabile dell’Agenda Digitale di Telecom Italia, ha sottolineato che è disponibile una “rete in rame molto performante che ci consente di raggiungere le velocità richieste dall’agenda digitale, ma questo”, ha aggiunto, “non preclude la successiva evoluzione verso la fibra”. “Fondamentale per l’agenda digitale non è la sola infrastruttura, ma l’utilizzo di questa infrastruttura che non può che essere vista con meccanismi di incentivazione della domanda”, ha aggiunto la manager. Per risolvere il problema degli italiani che “resistono ai cambiamenti”, Papini ha suggerito di “spegnere alcuni servizi e garantirli solo in digitale”.

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