Il Letta bis ha aperto una nuova fase della politica, ma l’Italia rimane un fanalino di coda nei primi segnali europei di ripresa e nell’uso del digitale. Il Crescita 2.0 aveva individuato le priorità per l’Agenda digitale: ma è sufficiente concentrarsi su tali priorità oppure la politica e le istituzioni devono fare di più? E cosa, per favorire l’innovazione, fare ripartire l’economia e l’occupazione, stimolare gli investimenti, attrarre capitali dall’estero?
Il Corriere delle Comunicazioni ha girato queste domande ai protagonisti dell’Ict italiano. Le loro risposte compongono un “manifesto 2014” del settore con le richieste, le critiche, i suggerimenti alla politica e alle istituzioni per uscire dalla crisi e dare al Paese quella svolta di cui c’è urgenza: lo trovate sul numero cartaceo del 20 gennaio. Ma anche sul nostro sito, a partire da domani.
Hanno aderito Marco Patuano (Telecom Italia), Gianluca Cimini (BT Italia), Maximo Ibarra (Wind), Vincenzo Novari (3 Italia), Alberto Calcagno (Fastweb), Renato Farina (Eutelsat Italia), Karl Manfredi (Brennercom), Gianluca Baini (Alcatel-Lucent), Nunzio Mirtillo (Ericsson Italia), Stefano Pileri (Italtel), Agostino Santoni (Cisco Italia), Luisa Arienti (Sap Italia), Nicola Ciniero (Ibm Italia), Marco Icardi (Sas), Carlo Purassanta (Microsoft Italia), Stefano Venturi (HP Italia), Luca Colombo (Facebook Italia), Cesare Avenia (Asstel), Elio Catania (Assinform), Cristiano Radaelli (Anitec), Giorgio Rapari (Assintel).