C’è un rischio “bolla” nelle azioni legate all’intelligenza artificiale, che potrebbe scoppiare improvvisamente se le ottimistiche aspettative degli investitori non vengono soddisfatte. È il monito che arriva dalla Banca centrale europea (Bce) tramite le pagine del suo studio semestrale “Financial stability review” (SCARICA QUI IL REPORT COMPLETO), che offre una panoramica dei rischi attuali alla stabilità finanziaria, dalle guerre ai dazi fino alle crepe nel sistema bancario.
La Bce sottolinea che il mercato azionario, in particolare negli Stati Uniti, è diventato sempre più dipendente da una manciata di aziende che, anche nella percezione degli investitori, si stanno arricchendo grazie alla diffusione dell’Ai. I loro titoli sono cresciuti a ritmi eccezionali in borsa, ma questo boom può facilmente trasformarsi in bolla e, quando c’è una bolla, il crack è sempre possibile.
Per la Bce i titoli dell’Ai sono a rischio bolla
“Questa concentrazione tra poche grandi aziende fa nascere la preoccupazione che sia possibile una bolla dei prezzi degli asset legati all’Ai”, si legge nel documento della Bce. “Inoltre, in un contesto in cui i mercati azionari globali sono profondamente integrati, tale possibile bolla rischia di avere un effetto contagio globale, nel caso in cui le attese sugli utili di tali aziende vengano deluse“.
La Banca centrale europea nota che gli investitori chiedono premi bassi per possedere titoli e obbligazioni e che i fondi hanno ridotto le loro riserve di cash.
“Date le partecipazioni relativamente basse in asset liquidi e le significative discrepanze di liquidità in alcuni tipi di fondi di investimento aperti, le carenze di liquidità potrebbero comportare vendite forzate di attività che potrebbero amplificare gli aggiustamenti al ribasso dei prezzi degli asset”, afferma la Bce.
Attenzione al rischio cyber nel settore bancario
La Bce accende un faro anche sui cyber rischi nel mondo bancario. I rischi di attacco informatico sono minacce strutturali e operative importanti, si legge nel report, e questa è un’area in cui le banche dovrebbero migliorare la loro resilienza, tanto più che l’attuale elevata incertezza geopolitica fa salire il livello di rischio.
Il recente stress test della Bce sulla cyber resilience ha misurato la capacità delle banche di affrontare gravi incidenti di sicurezza e, nonostante questi istituti abbiano creato delle strategie di risposta e recupero, occorre migliorare ulteriormente.
“Le banche dell’Eurozona devono portare avanti la loro trasformazione digitale per affrontare meglio questi rischi, nonché le sfide e le opportunità associate con lo sviluppo dell’intelligenza artificiale“.
I rischi dell’Eurozona tra clima, cybersicurezza e Ai
In generale, in Europa diverse criticità strutturali continuano a pesare sulla stabilità finanziaria e potrebbero interagire con le attuali vulnerabilità cicliche. Queste criticità sono associate con i rischi legati al cambiamento climatico e alla transizione ecologica, alle debolezze della cybersecurity e all’ascesa dell’Ai, e alla frammentazione geopolitica, che rappresenta un passo indietro rispetto ad anni di integrazione economia, commerciale e finanziaria globale. Queste vulnerabilità strutturali e cicliche possono non solo concretizzarsi simultaneamente, ma amplificarsi a vicenda, peggiorando il quadro dell’instabilità finanziaria.
Tra gli altri rischi, la Bce segnala che l’area dell’euro è vulnerabile a una maggiore frammentazione commerciale – una delle maggiori fonti di preoccupazione per i responsabili politici e gli investitori da quando Donald Trump ha vinto le elezioni presidenziali negli Stati Uniti. Infatti, Trump in campagna elettorale ha fatto dei dazi un elemento cardine del suo programma e per la Bce queste misure, se attuate, possono danneggiare la crescita nell’area dell’euro.
La Bce osserva anche che i governi dell’area dell’euro – in particolare Italia e Francia – accederanno ai prestiti con tassi di interesse molto più elevati nel prossimo decennio, rafforzando la necessità di politiche fiscali prudenti.
Gli alti costi di indebitamento e le deboli prospettive di crescita continuano a pesare anche sui bilanci societari: le imprese dell’area dell’euro segnalano un calo dei profitti a causa di alti pagamenti di interessi.