“Blockchain per startup e Pmi in Italia”: si intitola così il rapporto a firma dell’Ocse e dal Centro per l’Imprenditorialità, le Pmi, le Regioni e le Città (Cfe) guidato da Lamia Kamal-Chaoui realizzato nell’ambito del programma del Gruppo di lavoro dell’Ocse su Pmi e imprenditorialità (Wpsmee) e su richiesta del Ministero dello sviluppo economico. (CLICCARE QUI PER LO STUDIO COMPLETO)
L’iniziativa, frutto di oltre un anno di lavoro, è stata fortemente voluta a suo tempo da Marco Bellezza, oggi Ad di Infratel, quando ricopriva il ruolo di Consigliere giuridico per le Tlc e l’Innovazione dell’ex ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio. Fra i principali contributor c’è anche l’attuale sottosegretario al Mise con delega alle Tlc Mirella Liuzzi. “L’Italia è il primo Paese europeo a finanziare questa tipo di studio, ciò dimostra ancora una volta l’attenzione del Mise verso le soluzioni fornite dalle tecnologie emergenti alle nostre Pmi e start up, nonché le ricadute positive per la loro competitività”, sottolinea il Sottosegretario Liuzzi. “Come certificato dal rapporto l’industria italiana della blockchain sta crescendo rapidamente. Occorre quindi assecondare, con politiche mirate, questi percorsi di sviluppo in modo da innescare crescita e innovazione, coinvolgere sempre più realtà imprenditoriali e puntare a una visione strategica del futuro in cui l’Italia vuole recitare un ruolo di primo piano”.
Lo studio, da circa 80 pagine, è un unicum nel suo genere perché l’Italia è il primo Paese a presentare un’analisi dettagliata e votata ad analizzare come la blockhain può contribuire allo sviluppo delle piccole e medie imprese e delle startup e ad aprire nuovi scenari di business, fondamentali soprattutto in un contesto economico di ripresa su cui le stime future appaiono ancora nebulose. Nel paper una serie di schede e approfondimenti sui principali progetti portati avanti nel nostro Paese. E l’indagine affronta anche gli ostacoli e le criticità sul cammino a partire dalla complessità delle procedure burocratiche necessarie allo svolgimento dell’attività in Italia e dalle difficoltà nell’ottenere finanziamenti.
“L’economia italiana vasta, diversificata e orientata verso le esportazioni, offre un terreno favorevole per lo sviluppo, il collaudo e l’adozione di soluzioni basate sulla blockchain in una pluralità di settori – si legge nel report – È consistente il numero di Pmi italiane molto attive nei mercati internazionali, con una percentuale che sfiora il 40% delle esportazioni complessive del Paese, equivalente a 153 miliardi di dollari su un totale di 379 miliardi per l’anno 2017 (Oecd 2020). Questa caratteristica propria del tessuto imprenditoriale italiano spiana la strada ad alcune opportunità, in quanto gli scambi internazionali sono una delle aree più interessanti per lo sviluppo di soluzioni basate sulle Distributed Ledger Technology (le tecnologie di registro distribuito)”.
L’elevata percentuale di micro-imprese e la concentrazione di occupazione e creazione di posti di lavoro in settori a bassa produttività “costituiscono sfide di rilievo per l’economia italiana, ma una maggiore diffusione delle tecnologie digitali può rappresentare una valida soluzione”. Peraltro, evidenzia il report, “le imprese italiane si situano al di sopra della media Ocse per l’integrazione di strumenti Ict correlati all’attività economica nei propri processi e la proporzione di investimenti Ict destinati al software e ai database è relativamente elevata, il che rappresenta un dato interessante perché le imprese italiane della blockchain si rivolgono principalmente alle Pmi”.
Lo studio presenta anche una serie di Raccomandazioni di Policy che passano attraverso educazione e consapevolezza, dati a supporto della definizione di politiche informate, erogazione di servizi pubblici alle Pmi tramite un’infrastruttura Dlt, finanziamento delle startup e Pmi innovative, cooperazione a livello locale, nazionale e internazionale
Sempre in ottica blockchain, gli esperti selezionati dal Ministero dello Sviluppo Economico sono al lavoro per la definizione del documento finale della “Strategia italiana per la Blockchain e i registri distribuiti”, in seguito alla ricezione dei contributi pervenuti dalla consultazione pubblica terminata lo scorso luglio.